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Borgosesia nonna “Juccy” sconfigge il Covid a 90 anni

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Borgosesia nonna "Juccy"

Borgosesia nonna “Juccy” ha vinto il Covid: l’anziana, nonna dell’assessore borgosesiano Eleonora Guida, ha contratto il nuovo Coronavirus in condizioni di salute già compromesse. Ma fortunatamente ha sconfitto la malattia.

Borgosesia nonna “Juccy” vince il Covid

È una bella storia a lieto fine quella che racconta la battaglia di Maria Chiona. L’anziana, ospite della casa di riposo Sant’Anna di Borgosesia e paziente pluripatologica, ha vinto contro il Covid. La donna, che ha 90 anni ha contratto il virus che sta mettendo in ginocchio le società occidentali. Un evento che, a quell’età e in quelle condizioni, avrebbe potuto rivelarsi mortale. Ma nonna Maria ce l’ha fatta. Lo comunica su Facebook la nipote Eleonora Guida, assessore borgosesiano all’urbanistica, ambiente e protezione animali. «La prima notizia bella del 2021 – scrive Guida sui social -. La mia adorata nonna Juccy, 90 anni, ha sconfitto il Covid. Dopo un mese positiva, in isolamento e con molte altre patologie, è di nuovo negativa. E’ un grande regalo».

In isolamento

Nonna Juccy, come è conosciuta a Borgosesia, in realtà non è la sola anziana ad aver superato questa malattia. La scorsa primavera, nella casa di riposo di Ghemme quasi la metà degli ospiti (23 su 50) erano risultati positivi al tampone; tuttavia solo uno di loro non ce l’aveva fatta. Si può facilmente intuire che si tratta di persone certo non giovani e spesso affette da altre malattie. Come gli ospiti di Ghemme, anche nonna Juccy, per fortuna, è stata quasi asintomatica, «Con un po’ di febbre e spossatezza – conferma la nipote -. La cosa più devastante per la nonna è stato il non poter vedere la sua famiglia per un mese, nemmeno attraverso il plexiglass, come accade da un anno a questa parte nella struttura. Per lei è stato un colpo psico-fisico enorme. Per fortuna che almeno abbiamo potuto sentirci attraverso le video-chiamate. A questo proposito devo dire che il personale della casa di riposo è stato fantastico. Ho trovato una grande famiglia, un’ umanità che va oltre la professione. E parlo non come assessore, ma come cittadina. Almeno due volte tutti i giorni potevamo collegarci alla nonna con una video chiamata, per raccontarle di noi e darle speranza. Oltre a questo, il personale ci aggiornava quasi quotidianamente sulle sue condizioni di salute».

Le malattie pregresse

Nonna Juccy, racconta la nipote, nel 2016 era stata data per spacciata. «Aveva ulcere nelle gambe che non le permettevano di camminare, con gravi deficienze sia a livello di autogestione che sui parametri medici di base, come glicemia e colesterolo; inoltre è cardiopatica e diabetica. Dopo essere stata seguita da assistenti e badanti per qualche anno, avevamo deciso per il ricovero a Sant’Anna, una soluzione gradita anche alla nonna». Tutto bene quindi, nonostante la pandemia e le difficoltà ad essa collegate, fino ad un mese fa. «Ai primi di dicembre è arrivata la notizia che la nonna era positiva. Quando l’ho saputo sono crollata; ero prima disperata e poi rassegnata. Mi ha devastato pensare che non avrei più potuto rivederla; da marzo non ci siamo più abbracciate». Nonna Juccy è stata posta immediatamente in isolamento per non contagiare gli altri pazienti. «Non ha avuto una sintomatologia importante, era solo un po’ debilitata. Però dopo un mese senza vederci ha avuto un crollo psicologico. Poi finalmente, gli ultimi giorni di dicembre, la bella notizia: l’ultimo tampone era negativo. Almeno adesso possiamo riprendere i contatti, anche se attraverso un vetro. Per noi è molto importante, ma soprattutto lo è per lei».

Lavoro e famiglia

Maria Chiona, 90 anni compiuti lo scorso 30 marzo, è nata in Liguria, ma la sua famiglia è borgosesiana. «Da giovane faceva i mercati con il papà – racconta Guida -. Avendo perso la mamma a soli 10 anni, la nonna ha dovuto crescere in fretta. Poi ha lavorato dallo zio, nella macelleria Barberis di via XX Settembre. Dopo essersi sposata si è dedicata al mestiere di mamma e poi di nonna. Avevamo un rapporto speciale, eravamo sempre insieme. Tutti i giorni la prima parte della mattinata era dedicata a lei; andavamo al bar insieme, facevamo colazione, la spesa e poi iniziavo la mia giornata lavorativa. Mia nonna, nonostante tutti gli acciacchi, è rimasta una persona meravigliosa, riesce a trovare il lato positivo delle situazioni. Impossibile non volerle bene».

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