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Borgosesia piange Gianfranco Quazza, pediatra appassionato di montagna

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Borgosesia piange il dottor Quazza, il pediatra amico degli scout con la passione per la montagna.

Borgosesia piange il dottor Quazza

Alla sua professione, esercitata con attenzione e sensibilità, ha affiancato anche tante passioni: nella sua vita, Gianfranco Quazza ha incrociato tantissime persone che ora, alla notizia della sua scomparsa, a 88 anni, condividono pensieri e ricordi unanimi. Il funerale è stato celebrato venerdì mattina nella chiesa parrocchiale di Borgosesia.
La figura di Quazza è legata indissolubilmente all’ospedale Santi Pietro e Paolo di Borgosesia nel quale diresse il reparto di pediatria per una trentina d’anni. Originario della Liguria, mosse i primi passi in ambito sanitario a Genova, all’istituto Gaslini, ospedale specializzato in ambito pediatrico.

Il trasferimento

E la vocazione di lavorare per il benessere dei bambini rimase dominante nella sua formazione medica: si trasferì a Borgosesia alla fine degli anni Sessanta quando divenne il primo primario del reparto di pediatria dell’ospedale di Borgosesia. Mantenne l’incarico sino al 2000, affiancando anche la professione autonoma con uno studio in centro città. In questo lungo periodo di servizio nell’area valsesiana, Quazza si fece apprezzare da migliaia di famiglie sia sotto l’aspetto professionale che umano.

La montagna

Al mare della Liguria, al quale pure era rimasto molto legato, con il trasferimento in Valsesia unì la passione per la montagna. Una passione che lo portava a effettuare lunghe escursioni nelle vallate alpine e tante discese sulle piste da sci. Spesso con gli amici del Cai, del quale era socio. Con il gruppo condivideva gite, camminate, trekking, e lo ha fatto con assiduità sin che le condizioni fisiche glielo hanno permesso. Socio Cai dal 1961, Quazza venne premiato nel 2011 dalla sezione di Varallo per il mezzo secolo di iscrizione.

Gli scout

Una lunga e intensa sezione della sua vita, Quazza l’ha dedicata agli Scout. Vicino ai valori espressi dall’associazione internazionale, è stato per decenni un valido collaboratore degli scout triveresi: «Ha frequentato per tanti anni il nostro gruppo – ricorda Claudio Comune -. Si era avvicinato partecipando alle uscite di scialpinismo, ed era stato quasi naturale il suo ingresso nello scoutismo: per anni è stato un attivo collaboratore e promotore di iniziative. Ancora dopo tanti anni, era rimasto un forte legame di amicizia».
L’affetto mai sopito per lo scoutismo è stato richiamato anche al funerale, con il tradizionale foulard appoggiato sulla bara. La cerimonia funebre è stata officiata nella chiesa parrocchiale di Borgosesia; dopo la esequie la salma è stata tumulata nella tomba di famiglia al cimitero di Mosso Santa Maria. Quazza ha lasciato la sorella Ida, le nipoti Raffaella ed Elena.

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