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Borgosesia ricorda Anna Maria, per 25 anni al bar Gran Bretagna
Borgosesia ricorda Anna Maria, per 25 anni al bar Gran Bretagna. Ha servito caffè e bevande a migliaia di persone, dietro al bancone del locale in centro città per un quarto di secolo.
Borgosesia ricorda Anna Maria, per 25 anni al bar Gran Bretagna
Anna Maria Romanisti, morta a 80 anni. Si era trasferita in gioventù a Londra per raggiungere le sorelle Arietta e Michela che già si erano spostate per lavoro. Ed è stato proprio nella capitale inglese che conobbe Roberto Grisolito, che diventò marito e compagno di lavoro: «E’ stato un vero colpo di fulmine – ricorda Grisolito -. Dopo esperienze come cameriere in Valsesia e a Venezia, avevo avuto la possibilità di andare a lavorare anche a Londra. Una sera, entrai in un locale francese e conobbi Anna Maria. Da allora non ci siamo più separati. Sempre a Londra, nel 1962 ci siamo sposati e due anni dopo è nata nostra figlia Antonella».
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L’esperienza lavorativa
Nel 1968 la famiglia decide di rientrare in Italia: «Tornati a Borgosesia, in piazza Mazzini ho rivisto il locale dove avevo lavorato da giovane, il “caffè Gran Bretagna” e parlando con il titolare venni a sapere che aveva intenzione di venderlo. Era un sogno per me e per mia moglie poter acquistare il locale, ma in poco tempo il sogno diventò realtà».
Per venticinque anni, dal 1968 al 1993, la coppia, insieme a Michela, sorella di Anna Maria, hanno servito caffè, aperitivi e organizzato momenti di giochi: «Mia moglie e mia cognata alzavano le saracinesche tutte le mattine alle 6.30 – dice Grisolito -: lo faceva per poter garantire il caffè ai pendolari che quotidianamente prendevano il pullman delle 7 per andare a lavorare a Milano e Torino. Io mi occupavo per lo più della sera, chiudevo il bar all’una di notte. Per Anna non è mai stato un problema alzarsi presto, amava il suo lavoro, lo faceva sempre con il sorriso. E per noi il “Bretagna” era la seconda casa, in alcuni momenti anche la prima: ci piaceva fermarsi al bar, la compagnia dei nostri clienti. Ci sono stati periodi in cui superavamo anche i seicento caffè al giorno».
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