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Borgosesia ricorda la maestra Raffaella Lombardini

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Borgosesia ricorda la maestra Raffaella: ha insegnato a centinaia di bambini.

Borgosesia ricorda la maestra Raffaella

Nei banchi davanti alla sua cattedra si sono avvicendate centinaia di bambini, durante gli anni di insegnamento nelle scuole elementari di Borgosesia, a Isolella e soprattutto a Cancino. Sono in tanti a ricordare con affetto la maestra Raffaella Lombardini, morta a 67 anni. Abitava a Montrigone, ed era in pensione da cinque anni.

Un duro colpo

A ricordare Lombardini sono la collega Graziella Savoini, con amiche, amici, parenti e quanti le hanno voluto bene. «La notizia della morte di Raffaella è stata come un “pugno nello stomaco” per i molti che l’hanno conosciuta. E’ stato un duro colpo anche e soprattutto per noi che l’abbiamo seguita come abbiamo potuto con tutti i nostri limiti, sia nei giorni precedenti l’ultimo suo ricovero a fine giugno, sia nei poco più di 30 giorni di permanenza ospedaliera prima a Vercelli, poi a Veruno a cui ha fatto seguito un breve passaggio all’ospedale di Borgomanero, e infine una settimana, l’ultima della sua vita, nella terapia intensiva di Vercelli dove è mancata».

Le sue abitudini

«Come è quasi sempre avvenuto quando Raffaella doveva decidersi ad affrontare le cure, purtroppo iniziate più di trent’anni fa e ripetutesi nel tempo per alcune recidive, anche in quest’ultima occasione abbiamo dovuto esercitare pazienza e insistenza per convincere Raffaella a curarsi. Faceva parte del suo carattere ostinato e a volte puntuto, tentare in ogni modo di continuare a vivere a casa sua, a coltivare le sue abitudini tra cui il proverbiale caffè al mattino, anzi due caffè schiumati e non macchiati, i giornali (Gardenia, le riviste di arredamento e di enigmistica), le sue letture (la lettura accompagnava le sue giornate, talvolta le sue nottate, infatti se un libro la avvinceva faceva mattino per finirlo). Fino a qualche tempo fa curava le sue piante nei tanti vasi del cortile e nel giardino dietro casa. Raffaella non esitava ad arrampicarsi con scala e tagliasiepi per dare un colpo deciso alla rosa Mermaid che invadeva il muro dei vicini».

Le attività con la Società

«Negli ultimi decenni ha partecipato con assiduità alle iniziative che proponeva la Società valsesiana di cultura; ha in particolare aderito alle gite organizzate. Foto e resoconti regalavano poi a chi l’ascoltava immagini nitide delle sue esperienze di viaggio in giro per l’Italia. Amava l’arte e l’ha coltivata con passione a partire dagli anni della giovinezza, con le lezioni del maestro Tosi della Scuola Barolo e con tutti gli amici del gruppo di Varallo. Mi ha spesso raccontato con gioia dei giorni felici passati in montagna con loro, spensierati e pazzerelli come tanti giovani degli anni ‘70».

Amante degli animali

«Non ometto di parlare dell’amore di Raffaella per gli animali. Il suo Arè, un bianco pastore maremmano che le avevamo regalato quando era un batuffolino bianco, le ha fatto poi un’ingombrante ma affettuosa compagnia per alcuni anni. Più recentemente le sue passeggiate erano sempre interrotte da incontri e carezze ai cani».

Momenti difficili

«Chissà quante cose ho dimenticato di citare, chissà quante cose ciascuno di voi avrebbe da raccontare di Raffaella. Infatti lei chiacchierava volentieri di sé e delle sue vicende; mi piace, ci piace, ricordarla come una persona che ha saputo affrontare una vita difficile cercando, a volte con fatica, il verso giusto. Un atteggiamento che le ha consentito di non essere sola malgrado le evidenti apparenze.Ha vissuto tragici e terribili momenti quando sono mancati prima il papà e dopo la sua mamma. Rimasta orfana poco più che ventenne, ha incontrato persone gentili e generose nei primi anni di supplenza a scuola, ha incontrato alla scuola colleghe e genitori pronti a prendersi cura di lei al primo manifestarsi della malattia e al prolungarsi delle terapie, ha incontrato famiglie che l’hanno accolta come “una di loro” e con le quali ha condiviso non solo le tradizionali festività, ma spesso la quotidianità».

Persone che le hanno voluto bene

«Ha incontrato genitori, alunni e colleghe a Cancino, e non solo, che le hanno voluto un sacco di bene. Un affetto che Raffaella ricambiava con grande trasporto. Infine, ha incontrato amiche, amici, vicini di casa e parenti, che in diverso modo l’hanno accompagnata nelle sue vicissitudini. Il commento immediato alla notizia della sua morte riguarda la sua solitudine. E la sua sofferenza. Si dice spesso “sola e sfortunata”, noi invece vogliamo associare al suo ricordo le tante, piccole e grandi gioie che Raffaella ha saputo costruirsi nel corso della sua vita. Una esistenza difficile vissuta con inquietudine accompagnata da una grande voglia di vivere. Insieme a tutti voi la ricordo così, nella speranza che Raffaella ci ascolti e condivida, senza eccessive proteste e lamentazioni. Ciao Raffaella riposa in pace».

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