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Borgosesia studente vince concorso: seguirà il Giro per la Gazzetta dello Sport

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Borgosesia, studente del liceo “Ferrari” diventa reporter per la Gazzetta. È Lorenzo Della Peruta, allievo della IVSA dell’economico-sociale.

Studente di Borgosesia seguirà il Giro per la Gazzetta dello Sport

Uno studente del liceo “Ferrari” di Borgosesia è il vincitore di un concorso ideato dalla Gazzetta dello Sport e ispirato al Giro d’Italia. È Lorenzo Della Peruta, della classe IV A del liceo delle scienze umane, il prescelto dalla giuria di “Reporter per un giorno”. Il concorso era rivolto a tutte le scuole delle province in cui si troverà un arrivo o una partenza di tappa del Giro.

Come funzionava il concorso

A spiegare tema e contenuti del concorso è l’insegnante Ingrid Scanzio: «L’arrivo in Valsesia del Giro d’Italia è un evento che porta con sé grandi emozioni e le scuole del territorio non ne sono estranee. La Gazzetta dello Sport ha lanciato quest’anno un’iniziativa interessante rivolta alle scuole delle province dove si terrà una partenza o un arrivo di tappa: “Reporter per un giorno”. L’istituto “Gaudenzio Ferrari” di Borgosesia ha partecipato con due studenti, Lorenzo Della Peruta e Davide Muzzupappa della III A del liceo scientifico. In una prima fase, gli studenti hanno prodotto un testo in cui si sono presentati; poi hanno dovuto elaborare un secondo scritto a partire dalla traccia “Descrivi le tue emozioni per l’imminente inizio del Giro d’Italia”. Il vincitore sarebbe stato scelto per seguire la tappa del 28 maggio, con arrivo all’Alpe di Mera».

A spuntarla è stato proprio Della Peruta, che si dice felicissimo per un risultato del genere. «Da appassionato di ciclismo ho aderito subito con entusiasmo al progetto – commenta -, per cui non vedo l’ora di andare a seguire la tappa dell’Alpe di Mera».

Il mio Giro d’Italia

Di seguito l’articolo presentato da Lorenzo Della Peruta per il concorso. Lo abbiamo copiato pari pari come lo abbiamo trovato sul giornalino scolastico del liceo, Lapecheronza.

La gente assiepata dietro le staccionate, le urla, gli incitamenti, il turbinio di colori delle maglie dei ciclisti. La fatica della salita sui volti, l’adrenalina della discesa che pervade anche i telecronisti, la volata finale con la tensione e il nodo allo stomaco, sporti verso la televisione a fare il tifo per il proprio idolo.

Sono emozioni impagabili, che solo uno sport come il ciclismo può regalare. Lo sanno bene le migliaia di persone che si affollano attorno le strade del Giro; ore e ore di attesa per godersi quella manciata di secondi che impiega il gruppo a sfilarti davanti. E anch’io, da semplice appassionato, lo so bene.

Da anni ormai la tradizione è consolidata. Partenza da casa sulla mia fedele mountain bike nera: la destinazione è la casa dei nonni, che per fortuna è in cima ad una lunga salita, così ci si può davvero illudere di essere un ciclista in fuga. Il mio Gran premio della montagna è il citofono: «Sono Lorenzo». «Ti aspettavamo, sali». Due rampe di scale di corsa per ritrovarsi stritolato in quegli abbracci che solo i nonni possono riservare ai loro nipoti. Alla partenza della tappa i posti sul divano sono occupati come la scaramanzia vuole, tutto è finalmente pronto. Si fa a gara per riconoscere i ciclisti più noti, per snocciolare statistiche, ci si spende in pronostici.

Il resto lo fa il Giro, sempre uguale ma sempre diverso.  Decine di atleti che si sfidano tra colpi di scena, fughe, volate e strategie. Allora iniziano i ricordi delle edizioni precedenti, che sono legati alle nostre storie. La cosa più bella del Giro è che sembra sempre ricordarti un aneddoto, vuoi perché mentre Nibali vinceva una tappa stavi studiando per l’esame di terza media, o perché eri arrivato prima alla gelateria nella volata all’ultimo respiro con il tuo migliore amico, esattamente come quei due famosi velocisti. Un evento del genere ti accompagna per un mese all’anno, di anno in anno, per tutta la vita.

A corsa finita però è già tempo di saluti, riprendo la bici e torno a casa, percorrendo quelle che adesso sono discese con le scene della tappa negli occhi. Se la tensione della gara non è ancora scemata capita che allunghi la strada di proposito, rimandando quel ritorno per sognare ancora un po’. Quando si parla del Giro penso a questo. Ovunque io sia, qualsiasi cosa io stia facendo, sento subito quella sensazione di casa che fa sorridere spontaneamente. Per questi motivi non posso che attendere con ansia l’inizio di questa nuova edizione, che sarà ancora più speciale perché toccherà luoghi conosciuti. Magari le telecamere inquadreranno proprio casa mia o la scuola, senza dubbio racconteranno i luoghi più belli che la nostra valle custodisce.

Certo, ci saranno anche un po’di ansia e di apprensione, si tratta pur sempre di una competizione molto agguerrita. Non puoi fare a meno di chiederti come andrà la tua squadra del cuore, se il tuo campione è arrivato sulla cima con abbastanza fiato per vincere la tappa. Sarà anche l’occasione per tornare a viaggiare, almeno con la fantasia, dopo un anno di restrizioni dovute al lockdown.

Perché alla fine, nello spazio di un semplice gesto come quello di una pedalata, che si ripete sempre uguale per migliaia di volte, c’è il riassunto di una girandola di passioni, emozioni e ricordi che durano una vita. Chissà se quando sarò io nonno mio nipote verrà a trovarmi per seguire la tappa. Nel caso gli restituirò tutti gli abbracci ricevuti da piccolo e il giro di pedale sarà completo.

Il concorso prevede una seconda fase: «Adesso inizia la parte finale – evidenzia Scanzio -. Ogni studente rimasto in gara dovrà scrivere un articolo sulla corsa della sua provincia e al termine del Giro una giuria sceglierà il migliore elaborato per decretare il vincitore assoluto. Tutto il “Ferrari” fa il tifo per Lorenzo».

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