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Carnevale Varallo consegna la Lum alla presidente della Società di cultura

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Carnevale Varallo assegna la prestigiosa Lum d’Argento: il riconoscimento è andato a Donata Minonzio, professoressa di storia dell’arte e presidente della Società Valsesiana di Cultura.

Carnevale Varallo assegna la Lum

È tornato dopo una lunga attesa uno dei momenti più tipici del Carnevale di Varallo: il Processo a Marcantonio. Lo spettacolo teatrale, dal titolo “Processo alla tappa”, è stato presentato mercoledì e in replica sabato sera e ieri pomeriggio al cineteatro di Sottoriva. Se l’appuntamento pomeridiano è stato organizzato a scopo benefico, a favore dell’oratorio “Pastore”, quello di sabato è stato l’occasione per conferire il riconoscimento del Comitato carnevale dedicato a coloro che si siano distinti per i propri meriti o per l’impegno profuso per Varallo e la Valsesia: la Lum d’Argento. Il premio 2022 è andato a Donata Minonzio, professoressa di storia dell’arte e presidente della Società Valsesiana di Cultura.

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L’insegnamento

Nata a Milano, Minonzio ha trascorso la sua gioventù in Valsesia, dov’è tornata a insegnare nel 1992. Da allora, fino alla pensione sopraggiunta pochi anni fa, è stata dietro la cattedra all’Istituto D’Adda di Varallo. «Accanto al suo lavoro si è dedicata allo studio e alla divulgazione dell’intero patrimonio artistico valsesiano, curando molte pubblicazioni, tra le quali “Varallo ai tempi di Gaudenzio Ferrari”, in occasione della mostra del 2018 – ha ricordato Matteo Curri, presidente del Comitato Carnevale -. Collabora da sempre con la Pinacoteca e dal 2016 è presidente di una delle più importanti organizzazioni a difesa del patrimonio culturale e artistico della nostra valle».

Lo spettacolo

Dopo la premiazione, “Processo alla tappa”, scritto da Giovanni Regis (Spronta) e Christian Pianori (Mae), ha proposto una serie di sketch ambientati nel giorno del passaggio di tappa del Giro d’Italia in viale Cesare Battisti. Proprio lungo la nuova pista ciclabile, presa in giro per alcune delle criticità riscontrate da pedoni, automobilisti e abitanti della zona. A fare da filo conduttore, la storia di Marcantonio che cerca di sfuggire al suo inesorabile destino, il rogo, confondendosi tra il gruppo di ciclisti. Sul palco, intanto, si alternavano personaggi d’invenzione, ma anche ispirati a individui reali e conosciuti in città: Carlo Straccetti, chiaro riferimento all’ex sindaco di Sabbia Carlo Stragiotti, e Adalberto Filone, caricatura di Roberto Fila, ex Marcantonio, noto ciclista amatoriale e appassionato cabarettante; il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla, e il parroco di Varallo, don Roberto Collarini, sono stati portati sul palco con nome e cognome, impersonati da Regis e Pianori, mentre il vicesindaco Pietro Bondetti e il suo “braccio destro” Loris Terrafino sono diventati sagome di cartone a grandezza naturale. Ad essere presi di mira, però, non sono stati solo nomi della vita religiosa, sociale e politica di Varallo: sono stati citati, infatti, anche diversi cittadini noti per caratteristiche quasi proverbiali. La satira ha colpito, inoltre, episodi e opere pubbliche, come il cantiere sull’allea di Corso Roma, il rinfresco organizzato in piena pandemia per la presentazione del Giro d’Italia e, ovviamente, le prossime elezioni comunali. Come ogni anno, dunque, al Processo ce n’è stato per tutti, non solo per Marcantonio Carlavèe.

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