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Chiude a Romagnano lo storico forno da 60 anni gestito dalla famiglia Ramponi

«Le difficoltà burocratiche sono sempre più alte, così come i costi»

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PANIFICIO ROMAGNANO

Chiude a Romagnano lo storico forno da 60 anni gestito dalla famiglia Ramponi. A fine ottobre l’esercizio presente in corso Roma abbassa le saracinesche.

Chiude a Romagnano lo storico forno

Si tratta di una delle attività commerciali storiche di Romagnano. Il titolare Paolo ha raggiunto l’età della pensione, ma non sono state le questioni anagrafiche a farlo decidere di abbassare la serranda. «Chiudiamo perché le difficoltà burocratiche sono sempre di più – spiega Paolo Ramponi -. Nonostante sia circondato da uno staff ammirevole, neppure loro se la sentono di continuare. Speravo che i miei collaboratori potessero proseguire, anche con un mio affiancamento ma, analizzata la situazione, abbiamo realizzato che non è possibile».

Oltre 60 anni di storia

Il padre Luigi e lo zio Gianfranco rilevarono 60 anni fa il forno dal precedente proprietario. Il luogo di produzione del pane si trovava dall’altro lato della strada. Gianfranco Ramponi si trasferì dopo qualche anno in un altro paese, e a condurre il panificio rimasero il fratello Luigi con la moglie Bruna Zeliani. La coppia ebbe quattro figli, Claudio, Maurizio, Paolo e Raniero.
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«Quando i miei genitori iniziarono questa attività, c’era solo il forno in cui si produceva il pane e un banco per la vendita. Negli anni ’70 si spostarono nella sede attuale, dove aprirono il negozio vero e proprio – ricorda il panificatore romagnanese -. I nostri genitori conducevano il forno da soli, ma vollero che noi li affiancassimo, per insegnarci il mestiere. Claudio prese poi un’altra strada e, inizialmente fummo io e Raniero ad seguire papà e mamma nella produzione del pane. Poi anche Raniero decise di dedicarsi a un’altra attività e al suo posto subentrò Maurizio, che rimase con me fino al 2020, quando anche lui raggiunse l’età della pensione».

I preziosi dipendenti

Da allora Paolo Ramponi ha gestito il panificio insieme alla moglie Marzia Zamboni e ai preziosi dipendenti. «Devo ringraziare di cuore le persone che mi hanno affiancato e la mia clientela – afferma ancora Ramponi -. Una delle più grandi soddisfazioni ricevute in questi anni è stato vedere bambini che venivano in negozio accompagnati dai genitori e dai nonni che, crescendo, sono tornati da adulti con i loro figli. Ma voglio citare anche chi mi è stato vicino e ha fatto sì che questi clienti divenissero amici e familiari, grazie alla qualità dei nostri prodotti. A partire da mia moglie Marzia, a Cinzia Renolfi, mio cognato Simone Zamboni, Sara Zaninetti, Luciana Amenta e Raffaele Primavera. Tutti loro hanno saputo ricambiare la mia fiducia con il loro costante impegno».

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5 Commenti

1 Commento

  1. Liliana

    28 Settembre 2023 at 22:14

    Grazie ai centri commerciale le piccole realtà nn vengono tutelate. I piccoli pagano mentre i grandi godono
    Uno schifo.

  2. Lili

    28 Settembre 2023 at 22:16

    Per colpa dei centri commerciali le piccole realtà chiudono. I piccoli pagano i grandi godono. Uno schifo di paese che nn tutela i propri cittadini

  3. Gisèle Regaldi - Caimi

    29 Settembre 2023 at 7:45

    ha proprio ragione chi dice che i grandi centri commerciali sono responsabili della chiusura dei piccoli negozi ..ma avendo voi , famiglia Ramponi e dipendenti , come si fa a comprare il pane nei super mercati ?!? vi rimpiangeremo , rimpiangeremo la vostra qualità .. È l a sorte di tanti paesini e perfino città , purtroppo ..intanto GRAZIE
    a voi abbiamo mangiato del BUON pane , del VERO pane …dopo ?

    • Mainardi Maria elisa

      29 Settembre 2023 at 11:35

      Un’altra piccola realtà che se ne va con la sua qualità e bellissimo rapporto umano.
      grazie di cuore per quanto avete dato per tutti noi in questi anni

  4. Luca

    1 Ottobre 2023 at 8:14

    Peccato…..

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