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«Ciao Marinella, amica e compagna di viaggio» | RICORDI

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«Ciao Marinella»: il ricordo della professoressa di liceo scomparsa recentemente.

«Ciao Marinella»: lettera alla prof

Marinella Merlo, insegnante al liceo scientifico di Borgosesia e al classico di Varallo, ha lasciato una profonda impronta sul territorio grazie anche al suo impegno nel mondo associazionistico. La presidente dell’Università della terza età di Borgosesia, con cui Merlo ha collaborato a lungo, e la direttrice della biblioteca di Varallo le dedicano un ricordo.

Competenza e pazienza

«Marinella credeva nell’Università della terza età e nel valore delle sue iniziative. Appena libera dagli impegni di lavoro si era iscritta e da allora era iniziata una collaborazione attiva durata per una decina d’anni. Con competenza ed entusiasmo aveva accettato di tenere con l’Unitre dei corsi di avvio alla conoscenza dell’uso del computer dedicati alla terza età. I corsi sono proseguiti per più anni con grande approvazione dei partecipanti per la sua capacità di insegnamento e per la pazienza di fronte alle difficoltà degli iscritti spesso completamente digiuni di preparazione informatica» spiega Maria Grazia Cappellaro.

La collaborazione

«Grazie sempre a lei e alla sua disponibilità, molti relatori hanno potuto accompagnare i loro interventi con le immagini di power point che lei sapeva creare con attenzione e con passione unita a una notevole sensibilità artistica – prosegue – Certamente la proiezione delle sue immagini ha contribuito ad esaltare lo spessore culturale delle lezioni e a far crescere notevolmente il numero delle adesioni e il consenso degli iscritti. La collaborazione è proseguita anche nei lunghi mesi della malattia fino quasi alle ultime settimane, sempre impegnata a mantenere interessi che riflettevano un intenso legame con i valori e gli affetti della vita per la quale combatteva con tanto coraggio la sua lotta contro il male.
L’Unitre la ricorderà con affetto e profonda gratitudine».

Il ricordo di Piera Mazzone

«Ciao Marinella, mi permetto questo saluto affettuoso perché ti ho conosciuta come amica e compagna di viaggio, non sei mai stata una mia “Prof”, altrimenti penso che ti avrei fatta inquietare, perché la matematica non era certo la mia materia preferita, o quella in cui eccellevo» ricorda con affetto la direttrice e ripercorre anche la corposa carriera della docente e il suo impegno nel volontariato.

La malattia

«Nelle mail che ci scambiavamo mi informavi in modo preciso sull’andamento della malattia, senza minimizzare, parlandomi di quei cicli di chemio che ti lasciavano spossata. La cosa che mi colpiva di più era che tu ti informavi sempre di come stavo: “Mi raccomando pensa a te!” e finivi sempre dicendo che le mail le leggevi sempre. Adesso che sei in quell’altro mondo, più vero e più giusto, senza più fardelli, potrai sicuramente continuare ad essere vicina alle persone alle quali vuoi bene, ai tuoi figli Manila e Marco, al tuo adorato nipotino Pietro. Quel prezioso scialle di visone annodato che mi avevi donato: “Tu hai certo occasione per indossarlo”, per me resterà il pegno di un’amicizia sincera».

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