Attualità
Cinque bambini ucraini inseriti nelle scuole di Gattinara
Cinque bambini ucraini nelle scuole gattinaresi: sono qui con le mamme.
Cinque bambini ucraini a scuola
Dopo la fuga dalla guerra, i bambini ucraini arrivati nella zona di Gattinara possono ora tornare sui banchi. Inclusione, accoglienza, ricerca di benessere: sono i principi su cui si fonda il rapporto tra gli allievi dell’Istituto comprensivo di Gattinara e i cinque bambini ucraini inseriti nelle diverse classi scolastiche. «Attualmente ci sono cinque studenti ucraini nelle nostre scuole: due ragazzine nella scuola secondaria di primo grado e tre scolari alle elementari di Gattinara, Roasio e Lozzolo. C’è poi una bambina che dovrebbe frequentare la scuola dell’infanzia, ma deve ultimare il ciclo di vaccinazioni obbligatorie, perché nel loro paese non sono le stesse – spiega la dirigente scolastica Paola Ripamonti –. Tutti sono arrivati accompagnati dalle mamme e avendo un riferimento in zona: di solito le nonne, che erano già qua come badanti. Alcune di esse hanno sposato degli italiani, per cui il contatto con il nostro paese era già molto solido».
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Oltre le difficoltà
Giorno per giorno, si sta individuando come superare le difficoltà, principalmente linguistiche. «Con l’appoggio delle parenti che vivono qui riusciamo a risolvere i problemi legati alle normative e ai documenti – racconta Ripamonti –. Per quel che concerne il rapporto diretto con i bambini, le maestre stanno utilizzando i traduttori sugli smartphone e alcuni software; inoltre si caldeggiano le attività pratiche, o l’inglese, ma rimane importante trovare mediatori culturali. A Roasio, per esempio, una maestra ha coinvolto una conoscenza ucraina per poter comunicare con il suo alunno».
C’è poi un altro aspetto da considerare: gli allievi vogliono continuare a frequentare la loro scuola in Ucraina: «Vogliono seguire le lezioni perché vogliono essere promossi, per quando torneranno a casa – spiega ancora la dirigente gattinarese –. Così si collegano in Dad con i loro insegnanti e i loro compagni che ora vivono in Germania, in Francia, in Olanda. Per loro è importantissimo mantenere questo contatto, per loro questa è una situazione temporanea. E sono tutti molto volenterosi, sia nel voler seguire la loro scuola, sia nel volersi inserire qui da noi».
I laboratori
Anche il rapporto tra compagni di classe è fondamentale ma, a quanto pare, i ragazzini non hanno problemi a interagire: «I nostri studenti hanno preso molto a cuore la situazione dei loro compagni ucraini – conferma Ripamonti –. Soprattutto gli stranieri già presenti nell’Istituto, ma anche molti degli italiani, si sono dimostrati molto sensibili, li coinvolgono; dopo il covid, questa è un’emergenza nell’emergenza e i bambini sono instancabili. Praticamente, facciamo educazione civica dal vivo».
Alcuni studenti sono stati inseriti nei laboratori finanziati dall’unione europea a cui la scuola aderisce. «Due degli studenti maschi hanno scelto il laboratorio di potenziamento dell’italiano, insieme ad altri bambini di origine straniera e qualche nostro allievo che deve potenziare la conoscenza della lingua. Il terzo invece frequenta, insieme ad altri 19 bambini di Roasio, un golf club in provincia di Biella. Questa è la scuola che non è solo didattica, ma scuola di vita», conclude la dirigente dell’istituto gattinarese.
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