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«Coi soldi della Pedemontana metteremmo a posto tutte le strade della zona»

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Dura critica a un’opera con preventivo di 800 milioni

Passi avanti per la Pedemontanta. L’altro giorno, proprio in merito alla superstrada che, partendo dalla Biella-Masserano, dovrà proseguire per Roasio e Gattinara, fino a collegarsi con il casello di Ghemme-Romagnano sull’autostrada A26, l’Anas a Torino ha fatto il punto della situazione davanti ai sindaci dei Comuni interessati al passaggio dell’arteria e alla Regione. Se non ci saranno ritardi, a luglio dovrebbe esserci il via libera da parte del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, che finanzia la sua parte di opera.

Ma mentre si guarda al futuro con ottimismo, c’è anche chi fa i conti con il presente. E’ il caso di Giorgio Lazzarato, ex consigliere comunale di Gattinara, che ha documentato anche con foto una situazione tutt’altro che ottimale per chi guida sulla superstrada, un tratto pieno di «buche “rappezzate” con asfalto a freddo che dopo ogni pioggia si ripresentano. In particolare, la situazione è grave lungo la carreggiata nord direzione Biella a partire dalla rotonda di Masserano, il tratto di più recente costruzione. Guardrail praticamente divelti e che portano i segni di gravi incidenti e spesso mancano proprio, nonostante il pendio a lato della banchina, così come manca totalmente la segnaletica orizzontale. Il tratto tra Cossato e Vigliano è soggetto a nebbia anche fitta e la mancanza di segnaletica non aiuta certo chi non conosce bene il percorso, ma anche con pioggia notturna non è un bel guidare. Per tutto il tratto ci sono solo due piazzole di sosta (una per carreggiata) che sono diventate discariche abusive. E le corsie di accelerazione e decelerazione agli svincoli sono oramai inadeguate».
E il progetto per il completamento dell’opera? Lazzarato ha molti dubbi: «Alcuni pensano di proseguire la strada per una spesa che varia tra 600 e 800 milioni di euro (spesa di progetto, pensiamo poi al consuntivo). Personalmente trovo la cosa assurda per i costi e il continuo consumo di territorio. L’idea è collegare Biella alla A26, ma non ho trovato nessuna relazione sui flussi di traffico che ne giustifichino la necessità, così come non si sente la necessità di un nuovo ponte sulla Sesia per collegare Gattinara con il casello della A26 di Ghemme».
Meglio dunque pensare a riparare il tratto già esistente: «Per riportare i 14 chilometri a condizioni adeguate penso che la spesa possa essere di 7 milioni; si tratta poi di adeguare gli altri 13 chilometri della provinciale 142 per arrivare a Gattinara portandola a dimensioni adeguate al traffico di oggi, magari finalmente completa con piste ciclabili a lato, con una spesa sui 20 milioni, analogamente adeguare la provinciale 65 che collega il crocicchio di Masserano con Ghislarengo e la 594 (è la strada Gattinara-Vercelli). La 65 è una strada praticata anche da mezzi agricoli, bisognerà tenerne conto nelle sue dimensioni pensando a corsie dedicate che possono essere anche piste ciclabili allargate, sono 14 chilometri circa. Da qui si può proseguire il casello di Greggio della A4, magari creando una tangenziale vera per Arborio e completare quella di Ghislarengo, spesa 20 o 25 milioni, sempre con piste ciclabili anche a ritroso fino a Gattinara. Esageriamo e proseguiamo la provinciale 65 fino a Carpignano, con relativa tangenziale e poi la provinciale 15 fino alla tangenziale di Fara già completa per la parte nord e completiamo quella sud, sono 8 chilometri circa, spesa tra i 12 e i 15 milioni sempre con le ciclabili. Con questi interventi si renderebbe comodo e sicuro il collegamento da Biella alla A4 per Milano e alla A26, per proseguire fino a Novara e le sue tangenziali. La strada che arriva da Romagnano (299) ha già una dimensione adeguata, mancano solo le ciclabili. Siamo al 12 per cento circa della spesa prevista per il prolungamento della Pedemontana a abbiamo sistemato un buon numero di strade esistenti. Rimangono 530 milioni di euro: bene, il Biellese e la Valsesia hanno un discreto numero di chilometri di strade da sistemare, spendiamo altri 100 milioni, ne rimangono 430 per ripristinare le ferrovie e magari farci circolare i treni all’idrogeno per passeggeri e merci, cosi magari le ciclabili che abbiamo costruito prima sono fruibili con più piacere riducendo il traffico pesante e non abbiamo devastato altri boschi. Utopia? No, volontà di programmazione, naturalmente a mio modesto parere».

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