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Cristiano Tara, una vita di sport anche “brutal”

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Cristiano Tara: un ghemmese con lo sport nel sangue.

Cristiano Tara e il Brutal Trail

Lo sport per passione, ma non senza sacrifici. Ore incastrate per non rubare tempo alla famiglia per allenarsi e partecipare alle gare, infortuni, qualche delusione ma la voglia di non fermarsi mai. Cristiano Tara è l’esempio della costanza; di chi riesce a superare i propri limiti e ottenere soddisfazioni anche in campo internazionale.
Tara, 46 anni, che lavora per una multinazionale giapponese nel settore dell’automazione, il suo amore per lo sport l’ha direzionato prima verso il calcio, quindi si è dato al podismo per poi diventare specialista del triathlon. Ghemmese per il suo paese proprio nelle scorse settimane è stato tra gli organizzatori del Brutal Trail, il primo in Italia disputato tra i filari di un vigneto. «Una competizione che ha avuto un successo tale – esordisce Tara – che stiamo già pensando a una seconda edizione che avrà una doppia versione: una estiva, più goliardica, e l’altra il 1° novembre. Un successo nato dal passaparola sui social network».

Gli esordi

«Amo lo sport da sempre – confida -. Mi è sempre piaciuto molto il calcio e da lì sono partito giocando in squadre come Sizzano e Ghemme. Devo ammettere che non ero un fenomeno, giocavo sulla destra e quanto meno ho dimostrato a me stesso di saper correre». Abbandonato il pallone inizia quindi a darsi alla corsa disputando le prime gare a 32 anni. «Un’attività che svolgevo per il piacere di stare in mezzo alla natura, nelle zone collinari – continua -. In quel periodo ho partecipato ai miei primi trail running, una passione che mi portava ad aumentare di volta in volta chilometri e sollecitazioni». E così a 37 anni ecco la svolta per trovare la sua vera vocazione sportiva. «Mi infortunai al tendine di Achille – racconta Tara – non era una cosa gravissima ma il riposo era di sei mesi ma a stare fermo non ero capace e così, mentre aspettavo di guarire, decisi di frequentare dei corsi privati per imparare a nuotare. Quando ho lasciato alle spalle il problema al piede ho ricominciato anche con la corsa».

Il triathlon

A 40 anni la moglie Elisa Rusconi, anche lei appassionata podista e con cui ha avuto tre bambine di 12, 9 e 3 anni, regala a Cristiano Tara una bicicletta. A quel punto il ghemmese ha tutti gli elementi necessari per entrare nel mondo del triathlon. «In un primo momento mi sono dedicato a quello sprint con la prima esperienza a Recetto, in provincia di Novara – commenta – ma per le mie caratteristiche fisiche, essendo un bradicardico, erano per le distanze più lunghe. Guardando dei video scopro lo Swissman Xtreme Triathlon che ha distanze analoghe all’Iron Man e decido di partecipare nel 2014 arrivando al 30° posto su 250 atleti». Da lì Tara diviene un triatleta di livello.

I risultati

Le gare sono tante la più memorabile per lui è quella del 2017 quando vince l’Icon Livigno Xtreme Triathlon dopo aver percorso 195 chilometri toccando tre Passi e arrivando a Carosello 3000 in 13 ore 26 minuti e 20 secondi. «Una prova di cui porto ancora i segni ora avendo perso sensibilità ai polpastrelli delle mani a causa del freddo – conclude l’atleta che per il podismo è tesserato Gsa Valsesia per il Triathlon con Sportego Team di Borgomanero – avendo percorso il tratto in bicicletta tutto bagnato dopo essere uscito da quello a nuoto pedalando a temperature rigidissime. Quest’anno ho preso parte all’Ironman di Cervia, uno dei più duri, arrivando settimo a un minuto dalla sesta posizione che dava l’accesso al campionato del mondo alle Hawai, ma ci riproverò a Nizza nel 2020».

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