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Cristina Patelli: la nuova diga porterà lavoro e turisti in alta Valsessera

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Cristina Patelli

Cristina Patelli si schiera a favore del progetto della diga in Valsessera: «Potrebbe essere un’opportunità».

Cristina Patelli favorevole alla diga

Continua a fare discutere l’idea di una diga in Valsessera. Dopo l’annuncio del presidente della Regione Alberto Cirio di inserire la diga tra le opere da finanziare tramite il Recovery Plan si è alzato un muro tra Legambiente, ex onorevoli contro la costruzione dell’invaso. Al coro di “no” però fa da contraltare l’onorevole della Lega Cristina Patelli: «La diga in Valsessera potrebbe essere una opportunità». Per la prima volta l’esponente della Lega si sbilancia: «Il dibattito su questo tema, che peraltro perde già abbastanza consistenza se si pensa che non si tratta di un territorio che si troverebbe con una diga ex novo, perché da parecchi anni convive con un invaso che, statistiche alla mano, ha certamente generato più vantaggi e ricadute al Biellese orientale che svantaggi. Certo, non si tratta di una diga, quella attuale, della portata e della dimensione di quella che si andrebbe a realizzare oggi al suo posto, ma certamente questo fatto non genererebbe nuovi ipotetici svantaggi, ma soltanto opportunità».

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Contributo al turismo

L’onorevole analizzando la situazione drammatica dal punto di vista economico e lavorativo giunge alla conclusione che «la diga non può essere la panacea di tutti i mali che affliggono la nostra società, ma certamente, se vista nella giusta ottica e nella giusta prospettiva di lungo termine, può contribuire a potenziare un comparto, quello turistico, che sta crescendo e provando a fare sistema, integrando il turismo escursionistico all’enogastronomico, ma che si trova ancora in forte ritardo di sviluppo rispetto a molti territori che primeggiano non solo fuori dal Piemonte ma anche nella nostra regione».

Ma perché la diga può essere un volano di sviluppo? «Intanto perché garantisce rifornimento idrico a quelle zone che in passato rischiavano sovente di razionalizzare l’acqua, con tutti i disagi che ne derivano. E poi naturalmente quest’acqua serve le coltivazioni di riso. Ma pensiamo all’indotto turistico. Pensiamo alle numerosissime località che hanno saputo sfruttare le dighe per costruirsi o ricostruirsi un’economia turistica: escursioni, attività sportiva, bike intorno alla diga, e poi sport d’acqua. Potrebbero nascere nuove attività, nuove strutture ricettive a supporto, nuovi luoghi per la ristorazione. Con una parola: lavoro. Nascerebbe un sistema ideale che graviterebbe intorno alla diga. Penso al Gran Paradiso qui vicino a noi, ma anche al Trentino, o alla Lombardia».

L’ambiente

Sull’aspetto ambientale dell’opera invece spiega: «Ma siamo davvero sicuri che difendendo l’ampliamento di una diga ciò comporti necessariamente distruggere un paesaggio? Io sinceramente non lo credo. Una politica territoriale lungimirante dovrebbe sedersi al tavolo della trattativa e negoziare opere di compensazione intelligenti e utili. E poi, soprattutto, negoziare opportunità economiche. L’introito derivante dall’energia elettrica prodotta, con un invaso delle dimensioni di quello che si vuole realizzare, può essere decisamente alto. Perché non provare ad ottenerne una percentuale interessante negoziando? Soldi che entrerebbero nei bilanci provinciali. E allora sì che, magari, a cascata si potrebbe pensare di migliorare le infrastrutture pubbliche: edifici, luci, la manutenzione delle strade. Si potrebbe pensare, con gli introiti, di dare ossigeno a un settore, quello della manutenzione pubblica, sempre in costante affanno e povero di risorse. Questo dovrebbe essere l’approccio. Non un approccio ideologico».

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5 Commenti

1 Commento

  1. alessandro belviso

    16 Marzo 2021 at 22:47

    turismo, escursionismo a vedere cosa, un muro di cemento col terreno spianato intorno? ma chi ce va ? ci sono i laghi veri. piuttosto cui prodest ? elettricità, irrigazione: dati, calcoli, analisi, valutazione. prego.

  2. Elena

    17 Marzo 2021 at 17:50

    ….escursioni, attività sportiva, bike intorno alla diga, e poi sport d’acqua….???? Ma questa signorina/signora ha mai provato il piacere VERO di poter camminare sulla riva di un lago, in mezzo agli alberi e sui prati???? Questo è vero escursionismo, non camminare con una diga davanti!
    Siamo già abbastanza soffocati di costruzioni e cemento, basta……e soprattutto basta abusare delle parole SPORT ed ESCURSIONISMO con qualcosa che nulla a che fare con essi!!!!!

  3. fabrizio

    17 Marzo 2021 at 20:31

    Ma la signorina è già stata nel luogo dove si vorrebbe costruire la diga ??? Certamente non sa neppure di cosa si stia parlando ..Sarà già stata a visionare la diga delle Mischie sul Sessera ?? Con pendii a V e precipizi sai che turismo !! Siamo in buone mani…..

  4. John

    18 Marzo 2021 at 9:20

    Quanto sono bravi i pseudo ambientalisti da tastiera non curanti delle necessità energetiche del paese, per il bene di quatto alberi, tre sassi e due marmotte. L’elettricità è un bene importantissimo e visto che sempre i pseudo ambientalisti han sempre rotto le palle per non avere le centrali nucleari (che invece il resto del mondo più furbo di noi usa) noi si deve comprare l’elettricità dall’estero, grazie ai pseudo ambientalisti. Le dighe vanno costruite e l’elettricità prodotta. Altrimenti, cari pseudo ambientalisti, vi si dota di tante belle bicilette da campo dell’esercito e voi pedalate a più non posso. Volete le auto elettriche? Allora bisogna costruire dighe e centrali idroelettriche. E non venite a menare il torrone con centrali fotovoltaiche ed eoliche perchè poi altri vostri amici pseudo ambientalisti inizieranno a tritare i cosiddetti per via della deturpazione del paesaggio. A coerenza state proprio a zero.

  5. Bob

    18 Marzo 2021 at 19:45

    Con la doppia consonante ci vuole “gli”

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