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Croce rossa contro il Centro incontro: «Su Mensa amica gli accordi erano chiari»

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«Prioritario lo svolgimento dei compiti istituzionali»

La Croce Rossa di Borgosesia replica al Centro Incontro:«Non ci siamo sottratti agli impegni presi, piuttosto abbiamo necessità di assicurare lo svolgimento dei nostri compiti istituzionali. E non accettiamo giudizi sulle nostre scelte e sul nostro operato». C’è amarezza nel comitato della Croce rossa di Borgosesia dopo le parole del presidente del Centro incontro “fratelli Allegra” nel manifestare le difficoltà in cui versa il servizio Mensa Amica, gestito dallo stesso Centro. Nel motivare le cause che mettono a rischio il servizio che assicura un pasto quotidiano alle persone bisognose, accanto alle difficoltà di reperire prodotti e di coprire i costi, Giuseppe Bolcato ha rimarcato la mancanza di volontari nei momenti in cui i pasti vengono preparati e serviti, lasciando l’impegno sulle spalle di poche persone: «Dopo il primo momento di euforia le cose sono cambiate e ora ci sentiamo abbandonati». Fra quanto è cambiato, il presidente del “fratelli Allegra” sottolinea come la Croce rossa «che prima garantiva sino a sei presenze settimanali, ora si è defilata dicendo di non avere più personale a disposizione».

La posizione del comitato locale è espressa dal presidente Pier Franco Zaffalon: «In base al protocollo d’intesa firmato nell’aprile 2015 – spiega – la Croce rossa si impegnava a collaborare a titolo gratuito, in forma estemporanea e non continuativa, nella distribuzione dei pasti distribuiti da Mensa Amica. L’intesa prevedeva la presenza settimanale di due o tre volontari nei giorni di venerdì e sabato dalle 11.30 alle 13.30 e individuava i compiti da svolgere. L’accordo conteneva anche la clausola di una eventuale interruzione del servizio per intervenute impossibilità a mantenere il servizio o per volontà di una delle parti». Ed è quanto è accaduto: «All’inizio dello scorso anno ho comunicato al responsabile del Centro “Allegra” l’interruzione della collaborazione per sopraggiunta non disponibilità dei volontari a continuare l’attività e per la necessità della Croce rossa di assicurare prioritariamente lo svolgimento dei compiti istituzionali – evidenzia Zaffalon -. Nonostante la rinuncia ufficiale, qualche volontario a titolo personale ha continuato a dare la propria collaborazione per qualche periodo. Sostenere che la Croce rossa si è defilata suona un’offesa verso il buon nome e la storia della Cri e verso le centinaia di volontari che assicurano al territorio per 365 giorni l’anno un servizio di notevole valore sociale e sanitario. Non è nei comportamenti del comitato locale defilarsi da impegni assunti: se c’è stato un cambio di rotta, questo è avvenuto nel rispetto delle condizioni a suo tempo sottoscritte».

C’è disappunto nella replica del presidente della Cri cittadina: «Se con la sua esternazione Bolcato voleva lanciare un allarme per Mensa Amica, il tono delle affermazioni appare piuttosto come espressione di giudizi sull’operato di associazioni di volontariato o di aziende. E non solo, in qualche caso si arroga il compito di suggerire cosa sia meglio fare. Non traspare però nessun cenno di autocritica sul suo operato, nessuno sforzo di umiltà nella ricerca e nella valutazione di possibili concause o responsabilità che abbiano potuto determinare gli “abbandoni”. Tutte le associazioni nel loro percorso vivono momenti di difficoltà, ma è nelle loro competenze trovare soluzioni e modalità organizzative per continuare le attività. Diversamente occorre passare il testimone, se posso anch’io permettermi un suggerimento».

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