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Da Trivero al confine ucraino per portare in salvo undici persone

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Da Trivero al confine ucraino per portare in salvo undici persone. Da Ponzone a Suceava in Romania e ritorno per portare in salvo undici persone ucraine che fuggivano dalla guerra.

Da Trivero al confine ucraino per portare in salvo undici persone

Tra loro un giovane sordomuto, uno dei pochi uomini adulti a cui è stato permesso di superare le frontiere. Quattro cittadini di Trivero, accogliendo l’appello di ucraini già in zona, hanno deciso di lanciarsi in una missione umanitaria in un territorio sconosciuto tra neve e qualche grattacapo alle frontiere. Alla fine, venerdì sera sono riusciti a tornare tutti a casa.

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Giorgio Zampese, Fulvio Fabrisi, Pier Giorgio Cagnotto e Roberto Fanti si sono alternati per 3662 chilometri alla guida di due pulmini. «Abbiamo accolto la richiesta di aiuto di una donna ucraina oggi a Trivero – racconta Zampese -. Alcuni suoi parenti e altre donne erano riusciti a superare le frontiere e si trovavano in Romania. Bisognava andarli a prendere». Alcune associazioni dopo una prima riunione hanno deciso di dare una mano: l’Avis Trivero si è mossa in prima linea, l’Auser Vallestrona ha messo a disposizione uno dei due pulmini, ma anche Mani tese ha fatto la sua parte come altre associazioni del territorio. Venerdì intorno alle 19 i due pulmini sono arrivati in piazza della chiesa a Ponzone, ad accogliere le undici persone (tra queste anche il giovane sordomuto e tre bambini piccoli) c’erano il sindaco Mario Carli e rappresentanti delle associazioni, oltre ai familiari degli autisti.

Perso tutto

«Sono persone che hanno perso tutto – spiega Zampese -, ma assolutamente dignitose». In Ucraina avevano una vita normalissima. Da un giorno all’altro si sono visti arrivare la guerra in casa e hanno dovuto lasciare tutto ciò che avevano. Le donne hanno lasciato i loro mariti a combattere, mentre loro con i bambini hanno cercato di fuggire e mettersi in salvo sperando un giorno di riabbracciarsi.

Viaggio

Il viaggio ha nascosto tante insidie. «Tutto è andato bene fino in Romania – riprende il racconto Zampese -. Abbiamo avuto qualche difficoltà alle frontiere nel passare, ma per fortuna siamo riusciti. Poi in Romania abbiamo trovato tanta neve, c’erano 40 centimetri. La guida non è stata semplice anche perché non c’era più un’autostrada, ma erano tutte stradine di montagna da affrontare». Per fortuna gli autisti erano abituati e sono riusciti così ad arrivare a destinazione, tempo di caricare le undici persone e poi sono ripartiti subito verso la salvezza.

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