Attualità
Dal Governo il via libera alle trivellazioni a Carpignano
Il comitato Dnt già pronto a opporsi
Il Comitato Difendiamo il nostro territorio di Carpignano prende posizione sul via libera alle trivellazioni espresso dal Ministero.
“In questi giorni abbiamo appreso del parere positivo espresso (con alcune prescrizioni) dalla commissione tecnica di Valutazione di Impatto Ambientale del ministero dell’Ambiente, circa il progetto di Eni per la trivellazione del pozzo esplorativo denominato “Carpignano Sesia 1Dir”. .Il diffondersi della notizia fra la popolazione locale, ha generato sorpresa e grande delusione. Ci domandiamo come sia possibile che tutti gli organi tecnici della Regione abbiano espresso parere negativo ed ora dal comparto tecnico del ministero giunga parere opposto. Sorge spontanea una domanda: “Chi delle due commissioni ha lavorato male? Chi stiamo pagando per lavorare in modo così contradditorio? A proposito di incoerenza e inaffidabilità, come hanno potuto i rappresentanti di Eni dichiarare che il progetto non sarebbe mai stato portato avanti in presenza di un territorio ostile e di un parere sfavorevole della Regione? Che credibilità può avere ai nostri occhi un’ azienda incapace di mantenere la parola data? L’organo direttivo del Comitato si è prontamente radunato per iniziare a pianificare le priorità di intervento rispetto a questa nuova posizione ministeriale; l’assemblea dei soci, che sarà convocata a breve, si esprimerà sulle proposte emerse durante il dibattito. Durante la riunione del direttivo sono stati messi a fuoco alcuni punti da proporre all’assemblea: in primo luogo occorre rilanciare con fermezza la mobilitazione pubblica e manifestare una durissima presa di posizione nei confronti dell’organo tecnico ministeriale di VIA che ha espresso parere favorevole nonostante le precise prese di posizione di amministrazioni pubbliche del territorio (Regione, Provincia e soprattutto i Comuni dell’area che hanno deliberato in tal senso) Con altrettanta fermezza si dovranno convocare le varie parti politiche, che in passato hanno fatto delle affermazioni favorevoli alla mobilitazione dei Comuni interessati e chiederemo loro di ribadire le posizioni a sostegno della salvaguardia del nostro territorio. Inviteremo i Comuni che hanno deliberato contro il progetto Eni di riconfermare unitariamente quella volontà. Alla Regione chiederemo di ribadire la propria deliberazione evitando atteggiamenti che possano indurre ad equivoci. Rilanceremo le iniziative di informazione e discussione pubblica, ribadendo con fermezza e intransigenza la nostra opposizione ai progetti Eni e dei suoi partner. In questi anni noi abbiamo spesso smorzato volutamente i toni e privilegiato la crescita di una cultura ambientale tra gli abitanti del territorio, Eni invece ha continuato a muoversi e ad agire in malafede, grazie anche ad una disponibilità degli apparati burocratici pubblici, che ha permesso di apportare continue, ma solo apparenti, modifiche ad un progetto che non è mai stato veramente valutato nella sua globalità di impatto ambientale (una valutazione quindi non solo tecnica, ma anche socio-economica ed ambientale dei territori interessati). Il governo dovrebbe pensare di mettere in sicurezza il territorio, anziché permettere lo sfruttamento dissennato e devastante: deve stabilire dei piani di prevenzione e non correre ai ripari quando le catastrofi sono avvenute.
Anche alle criticità che sarebbero state sollevate ora dalla commissione tecnica ministeriale Eni darà nuove risposte prorogando una guerra di osservazioni che ha un solo fine: rendere sempre più inutilmente confuso il confronto. Un abito fatto da variopinti rattoppi non potrà mai definire altro che una sola identità: quella della maschera di Arlecchino. Poniamo fine con serietà a questa incontenibile pagliacciata che sta durando ormai da troppi anni ricattando brutalmente un territorio e non ponendosi mai il problema di un serio progetto relativo al suo sviluppo. Il mondo si sta muovendo verso le fonti energetiche alternative ma Eni non riesce che a guardare al passato rinunciando irresponsabilmente a riprogettare il proprio futuro.
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