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Dieci giorni di febbre e nessuno lo visita: poi finisce all’ospedale
Dieci giorni di febbre e nessuno lo visita: poi finisce all’ospedale. «Mio marito aveva iniziato ad avere qualche linea di febbre dopo aver preso una sudata durante un’attività all’aperto – spiega una donna della zona -. Era un sabato. Martedì la febbre era salita a 38 e oltre, e lui oggettivamente stava male. Il giorno successivo contatto il sostituto del medico di base, temporaneamente assente, e racconto tutto al telefono. Mi prescrive della tachipirina».
Dieci giorni di febbre e nessuno lo visita: poi finisce all’ospedale
Nei giorni successivo la febbre sale a 39. Nuovo contatto con il medico, che provvede a segnalare il caso all’Usca, l’Unità speciale di continuità assistenziale. «Ma nessuno viene a visitarlo – riprende la donna – e si va avanti con la tachipirina».
Lo svenimento
La domenica, una settimana dopo che erano comparsi i primi sintomi, l’uomo ha un mancamento e cade a terra. La moglie richiama l’Usca: «Al telefono, mi chiedono di contare quanti respiri fa mio marito in un minuto, cronometro alla mano. E infine mi dicono che la situazione è normale».
Lunedì la donna spiega che la situazione sta ulteriormente peggiorando e chiede una terapia. «Mi rispondono di no, perché intanto hanno prenotato il tampone per il giorno successivo». L’uomo è quasi senza forze, ma l’operatore dell’Usca insiste e lo convince a recarsi a Borgosesia a fare il tampone al pit-stop. L’uomo va, fa il tampone e torna a casa stremato. «Intanto la sera precedente una mia amica – racconta la moglie – mi manda via Whatsapp il video che aveva realizzato la dottoressa Cerra, dove spiegava quali sintomi sono i più frequenti e soprattutto quali parametri tenere sotto controllo. Parla del test con il saturimetro».
Polmoni al collasso
La donna compra l’apparecchietto e prova la saturazione al marito. Viene fuori un valore da ipossia grave: tra 84 e 85. In pratica, i polmoni stavano collassando. «Probabilmente non ce ne accorgevamo – racconta ancora la donna – perché lui non faceva praticamente alcuno sforzo, restando quasi sempre a letto». Appena vede quel dato, la donna ritelefona subito all’Usca. «A questo punto mi hanno detto di chiamare subito il 112 e far venire un’equipe medica». Finalmente l’uomo, una decina di giorni dopo la comparsa dei primi sintomi, viene visitato da un medico. E finisce all’istante all’ospedale di Ponderano, dove gli infilano un casco per aiutarlo nella respirazione. L’uomo è tuttora ricoverato. Per fortuna la situazione è stata presa appena in tempo, e ora le sue condizioni stanno migliorando.
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