Attualità
Don Domenico festeggiato da cinque paesi
Don Domenico celebra mezzo secolo di sacerdozio insieme a cinque comunità dell’alta valle.
Don Domenico festeggia l’anniversario
Festa in alta valle per i 50 anni di sacerdozio di don Domenico Guala. Domenica 24 cinque paesi, rappresentanti dai rispettivi sindaci (Balmuccia, Mollia, Piode, Rassa e Scopa), hanno partecipato alla messa solenne che ha celebrato il mezzo secolo di vita sacerdotale di don Guala.
La storia
Nato a Reims il 22 settembre 1944, don Guala nel 1948 tornò in Valsesia con la famiglia a causa di una grave infermità del padre Giovanni. Seguirono anni di stenti e privazioni perchè la mamma Vittoria dovette riprendere la cura del bestiame. Un aiuto provvidenziale era fornito dagli zii. Domenico Guala ha frequentato prima l’asilo e poi la scuola elementare a Mollia. Dal 1951 fu ospitato poi dagli zii a Gattinara alternando il rientro a Mollia nei periodi delle vacanze scolastiche.
La formazione
La formazione cristiana fu curata mediante la frequenza dell’oratorio parrocchiale di Gattinara e l’esercizio assiduo delle funzioni di chierichetto sotto la guida del vicario monsignor Antonio Francese e dei suoi coadiutori don Carlo Pellizzaro e don Luigi Leto. Nel 1955 accompagnato dal parroco di Mollia don Carlo Crevacore di Veruno, Domenico Guala varcò la soglia del seminario di Miasino dove frequentò la prima media fino alla quinta ginnasio ad Arona. In quegli anni i seminaristi durante l’intero anno non potevano rientrare in famiglia. Il 22 giugno 1968 è stato ordinato sacerdote da sua eccellenza monsignor Placido Maria Cambiaghi. Dopo un periodo di supplenza a Gargallo il 28 ottobre 1968, fu destinato alla parrocchia di Rimella fino al 1972 e fino al 1980 a quella di Roccapietra con un servizio di due anni a Camasco. Dal luglio 1980 ha preso servizio a Scopa con Balmuccia e negli ultimi quattordici anni a Piode e Rassa. Durante il suo ministero ha svolto anche il servizio scolastico come insegnante di religione tra Borgosesia, Varallo, Campertogno e Balmuccia.
Le prove da affrontare
«Leggendo queste note biografiche di Don Domenico Guala, si capiscono le difficoltà e i disagi vissuti nella sua prima parte di vita – sottolinea Mauro Alberti -. Dure prove però che lo hanno reso più forte e consapevole delle proprie scelte, a volte molto difficili nell’espletare il suo mandato pastorale che dura da ben cinquant’anni». Anche per questo, domenica 24 giugno un foltissimo gruppo di persone e amici si è ritrovato davanti al sagrato della chiesa parrocchiale di Mollia per un doveroso e meritato ringraziamento a questo prete di montagna per festeggiare questa importante ricorrenza. Con i cinque sindaci di Balmuccia, Mollia, Piode, Rassa e Scopa a fianco sull’altare, don Marco Barontini (parroco di Scopello, Campertogno e Mollia) ha letto il messaggio augurale pervenuto dal nostro Vescovo Sua Eminenza Franco Giulio Brambilla ed iniziato la messa solenne accompagnata all’organo dal maestro Enrico Marone e dal coro parrocchiale di Scopa; unitamente ad una introduzione e conclusione eseguita dal maestro Mario Duella.
Il pranzo
Aggiunge Alberti: «Particolarmente sentita e partecipata, terminava con la Benedizione del Santo Padre, Papa Francesco, e la consegna di molti doni e le foto di rito. Particolarmente apprezzata la presenza di numerose donne in costume valsesiano delle nostre parrocchie e anche un gruppo di Rimella. Il pranzo servito al ristorante “Unione Molliese” ha favorito un momento di aggregazione fra i 120 partecipanti, con ricordi e aneddoti riguardanti le nostre comunità. Al termine di questa bella giornata, a nome di tutti i suoi parrocchiani, ringrazio don Domenico per l’impegno e la fattiva collaborazione, ampiamente dimostrati in tutti questi anni a guida delle nostre parrocchie, con l’augurio che possa dimostrarlo ancora per molti anni.. Ringrazio don Marco per averci seguito nell’organizzazione, nonostante i suoi mille impegni, e tutti coloro i quali in vario modo hanno dedicato un po’ del loro tempo per la riuscita di questa bella iniziativa. E’ significativo sottolineare lo spirito collaborativo che si è creato fra le persone dei cinque paesi interessati all’evento. Quando l’obiettivo è importante e condiviso, favorisce l’unione e la collaborazione, oltre qualsiasi forma di campanilismo».
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