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Don Salvatore lascia Gattinara. Inutili le oltre 2mila firme raccolte
Inutili le oltre 2mila firme raccolte: don Salvatore lascia Gattinara. La cerimonia si terrà domenica 6 novembre
Il saluto di don Salvatore con messa e apericena
Don Salvatore Giangreco saluta la comunità di Gattinara. Domenica 6 novembre, alle 18, il sacerdote saluterà i fedeli con una messa solenne da lui presieduta, in vista del suo trasferimento. Don Salvatore è stato trasferito a Buronzo, dove dovrà coadiuvare il parroco, affetto da problemi di salute. La data della sua partenza da Gattinara tuttavia non è ancora stata ufficializzata.
Intanto i parrocchiani, dopo la messa del 6 novembre, potranno salutare il loro sacerdote anche con l’apericena offerto loro che si terrà dalle 19,30 nei locali dell’oratorio di via Lanino. La parrocchia di San Pietro Apostolo nei giorni scorsi ha avviato anche una sottoscrizione per raccogliere i fondi destinati ad offrire un pensiero a don Salvatore, in ricordo della comunità. Chi volesse partecipare può recarsi alla segreteria dell’oratorio, dal lunedì al sabato, dalle 15.30 alle 18.
Don Salvatore, nei tre anni di permanenza in città del vino, è stato molto amato dalla comunità. Tanto che per evitarne la partenza è stata avviata nelle scorse settimane una raccolta di firme, che ha già raccolto oltre 800 adesioni, da inviare all’arcivescovo di Vercelli, Marco Arnolfo. Don Salvatore, che riveste l’incarico di vice parroco, è stato apprezzato in particolare come animatore dell’oratorio e come referente del gruppo scout. Al suo posto arriverà il diacono vercellese Amedeo De Gregori.
«La città rimarrà nel mio cuore»
Don Salvatore Giangreco, viceparroco e anima dell’oratorio di San Pietro, si prepara a lasciare Gattinara. Giunto in città da seminarista, è diventato diacono e poi sacerdote prestando la sua opera nella parrocchia gattinarese. Ora andrà ad affiancare il parroco di Buronzo don Paolo Perrone. Nonostante sia appena trentaquattrenne, il suo ministero lo ha portato da Vercelli a San Nazzaro Sesia e poi a Gattinara, dove ha svolto l’accolitato, preso l’ordinazione diaconale e poi quella sacerdotale, avvenuta il 26 settembre dello scorso anno, al Duomo di Vercelli.
L’esordio da sacerdote in città
«I gattinaresi non mi hanno mai lasciato solo negli eventi della vita personale e dell’ambito ecclesiale – afferma don Salvatore – In tanti sono venuti a Vercelli per assistere alla mia ordinazione; la corale ha cantato durante la cerimonia. Anche durante la mia prima messa, celebrata il 3 ottobre dell’anno scorso la comunità, presente anche l’amministrazione comunale, ha partecipato numerosa. Frequentando l’oratorio, poi, mi sono preso l’incarico di farlo rinascere, ideando iniziative per attrarre i giovani. Attualmente, lo frequentano ogni giorno 60-70 giovani. È un gioiello che lascerò in mano ai collaboratori e al nuovo diacono». A un certo punto, il viceparroco ha sentito la necessità di coinvolgere di più la popolazione, così ha istituito nuovamente la benedizione delle abitazioni. «Mi avevano colpito le parole di papa Francesco, quando diceva di uscire tra la gente e mi sono chiesto come potevo incontrare le persone fuori dall’oratorio o dalla parrocchia – racconta il giovane religioso – Così, dopo aver costituito un’équipe di collaboratori, ho iniziato a entrare nelle case, e la gente mi ha accolto benevolmente e con molta commozione. Ho ricordi bellissimi di quei momenti, così come di altre iniziative: il concorso dei presepi, o la partecipazione alla giornata mondiale delle gioventù».
Un pezzo di cuore a Gattinara
Anche don Salvatore è dispiaciuto di dover lasciare Gattinara, ma è consapevole del fatto che il ministero prevede l’obbedienza alle decisioni del vescovo: «Il parroco di Buronzo era coadiuvato da un altro sacerdote, don Carlo Donisotti, partito per una missione in Africa – spiega – A Buronzo vi sono undici parrocchie e il mio compito sarà di occuparmi di alcune di esse». Per fare in modo che don Salvatore non lasciasse Gattinara, è stata avviata una raccolta di firme, che ha superato le 2.000 adesioni: «Anche in questo caso, l’amicizia della gente di Gattinara mi ha riempito il cuore di gioia – conferma l’ecclesiastico – Molti mi fermano per strada dicendo che, anche se non frequentano spesso la chiesa, hanno firmato perché apprezzano il mio lavoro. Ma il sacerdote è come un vaso di creta, pronto a essere modellato secondo le esigenze della diocesi e della comunità. Alla messa di commiato e al momento conviviale che ne seguirà, saluterò e ringrazierò tutti: mi hanno fatto sentire a casa».
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