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Elisa Fredo l’appello del parroco: lo sgomento si trasformi in speranza

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Elisa Fredo era una giovane mamma. E’ morta lo scorso 22 novembre in un incidente stradale. Il sacerdote: «Tutti siamo stati sfiorati dalla paura di non farcela a vivere umanamente questo momento»

Elisa Fredo, la toccante omelia di don Fulvio Trombetta

Giovedì 29 novembre è stato celebrato a Cavallirio il funerale della giovane mamma Elisa Fredo, morta a soli 34 anni in un incidente d’auto. Particolarmente toccante l’omelia del parroco don Fulvio Trombetta, amico di famiglia, in ricordo della giovane. Riportiamo il testo dell’orazione enunciata in chiesa durante la messa.

«Cari amici, le giornate che abbiamo vissuto da giovedì mattina scorso (22 novembre, ndr) ad oggi sono state trapassate da due sentimenti in particolare. Il primo è lo sgomento per ciò che ci è accaduto. La nostra comunità ha conosciuto un lutto che ha colpito tutti personalmente. Ciascuno si è sentito coinvolto nel dolore dei familiari della nostra cara Elisa. Tutti siamo stati sfiorati dalla paura di non farcela a vivere umanamente questo momento. Nel trascorrere dei giorni però lo sgomento si è pian piano trasformato e ha lasciato spazio ad un altro sentimento: la speranza. La disperazione che sul subito, come un enorme macigno, aveva preso il posto dominante nel nostro cuore è stata sostituita da uno sguardo più profondo che ha in sé qualche cosa di divino, di sovrumano. Una forza di vita che va oltre gli eventi e oltrepassa le circostanze e le riempie di una presenza che non è la nostra. Sì cari amici, la speranza; che non vuol dire non essere colpiti da ciò che accade, che non vuol dire non vedere o girarsi da un’altra parte ma vuol dire avere il cuore abitato da chi è più grande di noi. Il mistero che ci è capitato di vivere è abitato da una presenza che ci dice: tu non sei solo! Personalmente in questi giorni ho avuto la mente affollata da tanti ricordi di Elisa e tanti me ne sono stati raccontati; sono certo che molti di noi ne portano nel cuore uno speciale.

«Perché?»

Rimarranno indelebili come tutte le cose belle che il Signore ci dona. Ho sentito pormi da tanti di voi la domanda: “perché”? e a tutti ho risposto “non lo so”! Non lo so il perché, però di una cosa sono certo: la vita di Elisa ci è stata donata per un motivo e ad ognuno di noi, attraverso di lei il Signore ha fatto un regalo. Ora, dopo che ci saremo asciugati le lacrime che in questo momento annebbiano la nostra vista, siamo chiamati a scoprire questo regalo. Abbiamo la possibilità di mantenere vivo lo stesso sguardo di gioia e di bontà che Elisa aveva su tutto ciò che la circondava, la stessa vivacità di rapporti, la stessa schiettezza e sincerità. Questi sono gli atteggiamenti che lei ci lascia in eredità e che non possiamo perdere. Dobbiamo chiedere a Dio la Grazia di aprire il cuore ad accogliere la Sua consolazione, la Sua pace e la Sua luce perché il Suo amore possa prendere il posto della paura e donare calore ai nostri cuori ghiacciati di dolore. Siamo incamminati insieme verso l’abbraccio con l’Eterno e preghiamo che coloro che per primi sperimentano questo abbraccio ci stiano vicini perché ci sia più lieve il distacco e meno buia la strada».

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