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Gattinara a fianco della Sanac si schiera la Regione

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Gattinara a fianco della Sanac interviene anche la Regione, che chiede di partecipare alla trattativa.

Gattinara a fianco della Sanac la Regione

Anche la Regione Piemonte si interessa al caso Sanac: l’assessore al lavoro ha scritto a Roma in merito alla situazione dell’azienda tra Gattinara e Lozzolo che dà lavoro a un centinaio di persone. L’assessore Elena Chiorino ha scritto al Ministero dello sviluppo economico Stefano Patuanelli per cercare di sbloccare la situazione. «La Regione Piemonte è da sempre attiva per sostenere questi lavoratori e segue da tempo la vicenda, segnata prima dall’acquisizione da parte di Arcelor Mittal e poi dalle recenti evoluzioni che sembrano portare ad una partecipazione pubblica nel capitale societario – scrive nella lettera l’assessore -. Appare chiaro ed ineludibile che una soluzione della vicenda Ilva sia direttamente collegata alle sorti dello stabilimento di Taranto e all’esito, speriamo positivo, del confronto in corso tra il Governo e Arcelor Mittal».

La trattativa

Ma Chiorino chiede di poter entrare nella trattativa: «Questa particolare attenzione e rilevanza non può però portare all’esclusione dal confronto il rimanente complesso delle sedi italiane dell’Ilva legate all’acquisizione da parte di Arcelor Mittal. Ci siamo confrontati con il suo Ministero ed abbiamo contribuito a individuare soluzioni e interventi per risolvere le crisi aziendali e riteniamo che il raffronto sia foriero di positivi riscontri se agito reciprocamente e costantemente con un proficuo scambio di esperienze. In particolare riteniamo che la presenza delle regioni ai tavoli di crisi possa contribuire al confronto con le parti sociali e le aziende, vista anche la corrispondenza diretta di rapporti sul territorio».

La situazione dei lavoratori

Chiorino ricorda che i lavoratori Sanac sono «in difficoltà per l’incertezza sul loro destino, il che crea tensioni e costanti richieste di interessamento alle istituzioni locali, per avere garanzie sul loro futuro occupazionale». E perciò «la mancata convocazione delle regioni interessate ai tavoli di crisi rischia, pertanto, di ingenerare un corto circuito informativo e quindi difficoltà comunicative anche nelle relazioni istituzionali, difficoltà che di certo non contribuiscono alla ricerca delle soluzioni».

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