Attualità
Gattinara, no alla vendita a spezzatino per Sanac
Il Governo ha accolto le richieste presentate dai rappresentanti dei lavoratori.
Gattinara, no alla vendita spezzatino per Sanac. Sospiro di sollievo per i sindacati che sperano così di poter trovare presto un acquirente per garantire futuro a un’azienda con quattro sedi in Italia, tra cui quella di Gattinara.
Gattinara, no alla vendita spezzatino per l’azienda
Gli altri siti sono quelli di Massa, Vado e in Sardegna. Altra questione affrontata nell’incontro riguarda gli ordini: serve una strategia nazionale sulla filiera dell’acciaio, tanto più ora che viene annunciata una maggiore partecipazione dello Stato, tramite Invitalia, in Acciaierie d’Italia, che però continua a comprare i materiali all’estero anziché da Sanac.
Incontro al Ministero
Nella tarda serata di lunedì si è concluso l’incontro tra le organizzazioni sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e i commissari straordinari di Sanac in amministrazione straordinaria, le istituzioni regionali e territoriali e il sottosegretario al ministero dell’impresa e del made in Italy, Fausta Bergamotto.
«Apprezziamo la decisione assunta dal Governo, attraverso il Ministero , a non autorizzare lo spacchettamento del gruppo Sanac nei prossimi bandi di gara, allontanando lo spettro della vendita separata degli stabilimenti». Così le segreterie nazionali di Filctem, Femca, Uiltec al termine dell’incontro.
La questione “ordini”
«Dobbiamo però ricordare – hanno continuato i sindacati – che nell’approvare l’ultimo decreto legge per il finanziamento ad Acciaierie d’Italia, la Camera dei Deputati ha manifestato la volontà di imporre al Governo ogni azione utile ad assicurare la ripresa degli ordini commerciali a favore delle imprese dell’indotto, con particolare riferimento alla Sanac, attraverso un ordine del giorno approvato contestualmente».
Cosa accadrà
«Se non torneranno presto gli ordinativi di Acciaierie d’Italia – hanno proseguito -, Sanac continuerà ad avere difficoltà produttive, l’aumento di ammortizzatori sociali e il depauperamento di competenze specifiche. Lo Stato rischia così di pagare due volte: da una parte l’aumento di cassa integrazione per i lavoratori, dall’altra una spesa maggiore per Acciaierie d’Italia nell’approvvigionamento di materiali refrattari dai mercati esteri. È fondamentale, inoltre, in relazione ai volumi produttivi e all’importanza di non disperdere queste professionalità, che i quattro stabilimenti rimangano tutti operativi evitando spostamenti di produzioni, questo salvaguarderebbe la complessità del gruppo.
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Sanac è nata per la siderurgia italiana, è un pilastro fondamentale dell’industria metallurgica nazionale. Se questo Governo ha un’idea di politica industriale che tiene dentro la produzione dell’acciaio, non può trascurare Sanac. Soprattutto in questa delicata fase in cui lo stesso Governo è garante dell’amministrazione di Sanac e all’interno dell’assetto societario di Acciaierie d’Italia», hanno affermato Filctem, Femca e Uiltec.
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