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Allarme alla Sanac di Gattinara: si rischia una vendita “a spezzatino”

I sindacati proclamano lo stato di agitazione a tutela dell’azienda e dei 90 posti di lavoro.

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Allarme alla Sanac di Gattinara: si rischia una vendita “a spezzatino”. I sindacati proclamano lo stato di agitazione a tutela dell’azienda e dei 90 posti di lavoro.

Allarme alla Sanac di Gattinara: si rischia una vendita “a spezzatino”

Futuro sempre più in bilico per la Sanac di Gattinara, azienda che produce refrattari per siderurgia. Ora i commissari che si occupano della crisi del gruppo intendono “spacchettare” la vendita dei quattro siti Sanac presenti in Italia. Una decisione che non piace ai sindacati, che hanno proclamato una mobilitazione. A Gattinara sono una novantina gli addetti coinvolti.

Nei giorni scorsi l’azienda ha dichiarato la notevole diminuzione dei crediti che la stessa avanza da Acciaierie d’Italia, che ad oggi ammonterebbe a circa 3 milioni di euro.

Problemi di ordini

Permangono tuttavia le difficoltà di produzione, visto il perdurare dell’assenza di ordinativi proprio da parte di Acciaierie d’Italia, che, come conseguenza, fa aumentare l’utilizzo degli ammortizzatori straordinari già ampiamente impiegati, ma altresì sta portando a centralizzare la parte rimanente di produzione in alcuni specifici stabilimenti a discapito di altri.

Rischio “spezzatino” nella vendita

Inoltre, l’orientamento su cui si starebbe costruendo il nuovo bando di gara, va nella direzione opposta a quanto più volte dichiarato dai sindacati. «L’idea di creare le condizioni di un eventuale spacchettamento delle unità produttive in fase di vendita, incrocia la nostra più netta contrarietà, sia perché depaupera il valore di una società che solo fino a qualche tempo fa era considerata strategica per la siderurgia nazionale, ma anche perché creerebbe immediata disoccupazione nei territori più fragili – spiegano in una nota i sindacati – . A nostro avviso Sanac esprime la massima potenzialità con i quattro siti in quanto riesce a produrre importanti ed articolati prodotti, con notevoli volumi, per i più variegati marcati».

Insomma, dividendo le unità produttive si indebolisce tutto il gruppo, marginalizzando gli stabilimenti più deboli ma non creando valore aggiunto per quelli che stanno attualmente lavorando maggiormente.
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«Bisogna salvaguardare il patrimonio»

Inoltre, il compito della gestione commissariale è quello di salvaguardare l’intero patrimonio industriale e l’occupazione derivante.
Per questo il coordinamento nazionale dei sindacati «dissente dalla gestione commissariale sul nuovo bando che prevede la divisione dei siti produttivi, sulla gestione delle produzioni che, soprattutto nell’ultimo periodo, vengono frequentemente spostate, perché risulta essere una decisione superficiale e limitata, che non rilancia l’occupazione e le produzioni e rischia di dare risposte insufficienti alla risoluzione della vertenza».

«Non possiamo non ricordare, inoltre, che il governo ha delle responsabilità a riguardo sia perché gestisce la fase di amministrazione straordinaria di Sanac, sia perché è dentro l’asset societario di Acciaierie d’Italia – riprendono i sindacati – . Più volte abbiamo ricordato  come il ripristino degli ordinativi da parte di Adi avrebbe definitivamente risollevato la Sanac da un tracollo che oggi sembra sempre più prossimo e sempre più evidente; e crediamo che passi in avanti la politica li abbia fatti approvando un ordine del giorno all’interno della discussione sul cosiddetto decreto Ex Ilva, varato nei giorni scorsi e che prevede l’impegno del governo a muovere in tale direzione».

Per queste ragioni è stato dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori di tutti e quattro i siti.

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