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Ghemme, i cognomi, i soprannomi: la storia del paese in un libro di Mauro Imazio Agabio

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Pubblicato l’ultimo libro di Mauro Imazio Agabio, il cui ricavato verrà utilizzato per la casa di riposo cittadina.

La storia di Ghemme in un libro di Mauro Imazio Agabio

Ghemme e i suoi cognomi con un excursus sulla Società Operaia e Agricola di Mutuo Soccorso del paese. Lo storico di Ghemme Mauro Imazio Agabio ha recentemente pubblicato un nuovo volume, sponsorizzato dalla Pro loco. È disponibile all’edicola Porzionato o da richiedere al sodalizio. Si intitola “Essenza” e la sua pubblicazione è finalizzata a raccogliere fondi per la casa di riposo cittadina.

Il ricavato alla casa di riposo

«Per la realizzazione del libro – commenta l’autore -, il cui ricavato andrà all’Istituto della Provvidenza di cui sono consigliere, mi sono basato sul lavoro del concittadino Nino Ferrari, scomparso qualche anno fa». Ferrari aveva raccolto, in circa 40 anni di ricerca, una serie di documenti su cognomi e soprannomi ghemmesi con le loro origini.

Si intitola “Essenza”

«Il titolo del libro è “Essenza”, poiché questa parola a mio parere ne definisce il contenuto – afferma l’autore -. Il testo consta soltanto di due capitoli che rispecchiano l’essenza della popolazione di Ghemme, un paese dalle origini antichissime che vanta la presenza di eccellenze agroalimentari e tessili di primaria importanza a livello mondiale. Inoltre Ghemme dà il nome a un vino divenuto Doc dal 1969 e Docg dal 1996, uno dei più prestigiosi vini italiani, conosciuto in tutto il mondo».

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Di cosa tratta il libro

Il primo capitolo riguarda l’essenza di Ghemme attraverso l’analisi dei suoi cognomi e soprannomi. Per essere precisi, più di 250 cognomi e più di 550 soprannomi sono accuratamente riportati nel testo e si riferiscono a quella popolazione residente il cui casato abbia almeno cinquant’anni di presenza nell’anagrafe comunale.

Il secondo capitolo ripercorre la storia della Società operaia e agricola di mutuo soccorso, che aveva sede in piazza Castello a Ghemme. «Devo ringraziare nuovamente Nino Ferrari per aver conservato quello che è rimasto della Soms, che in paese aveva raccolto un cospicuo numero di soci, mille su quattromila abitanti».

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