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Ghemme, il tabaccaio Bonassi: «Ho in tasca 650 ricevute di pagamento bolli auto»

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Si infittisce il mistero del 300mila euro finiti nel nulla: il caso è tornato su Rai Tre

Intervistato nuovamente in tivù, il tabaccaio di Ghemme Paolo Bonassi ha detto di aver prodotto circa 650 ricevute di pagamento di bolli auto dal 2009 al 2014 e di aver versato i soldi ricevuti dai clienti alla società a cui si era appoggiato per la riscossione. Altrimenti quelle ricevute non sarebbero state emesse dalla macchina utilizzata per l’operazione. Nei giorni scorsi alla tarsmissione “Mi manda Rai3” si è aggiunto un nuovo tassello alla vicenda che vede coinvolti loro malgrado quasi 500 cittadini, ai quali la Regione contesta il mancato pagamento di uno o più bolli auto. Bolli pagati, ma mai arrivati nelle casse a Torino.

Dove sono finiti i circa 300mila euro che mancano? La società di riscossione alla quale si appoggiava Bonassi sostiene che il tabaccaio aveva un contratto in cui non era prevista la possibilità di incassare i bolli auto, ma soltanto di effettuare ricariche telefoniche. In trasmissione, però, Bonassi ha mostrato un cedolino della ditta, nel quale il servizio di riscossione delle tasse automobilistiche era attivo. Insomma, è mistero fitto. Nello studio della Rai, a rappresentare i ghemmesi beffati, c’erano la giornalista Sabrina Marrano e Giancarla Tumiatti, che si era vista contestare addirittura sette bolli. «Alla fine di questa storia non vorrei che a pagare fossimo soltanto noi, che invece abbiamo fatto in pieno il nostro dovere. Perché dal 2010 a oggi la Regione non ci ha informati della revoca? Sul sito del Piemonte la tabaccheria Bonassi risulta ancora abilitata».

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