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Ghemme la quarantena diventa una trappola: un mese chiusi in casa

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Ghemme la quarantena

Ghemme la quarantena si fa infinita: la disavventura burocratica di una famiglia del paese.

Ghemme la quarantena infinita

Concluso il necessario periodo di quarantena, rimangono bloccati dalla burocrazia. La storia riguarda una famiglia di Ghemme ma si sicuramente tante altre si riconosceranno nel racconto, fatto di tamponi, quarantena e disservizi. La protagonista è M.M., residente nella città del vino, con una bambina di 11 anni «che il 30 ottobre, dopo non essere stata troppo bene, è risultata positiva al tampone». Per fortuna il Covid non ha lasciato nella piccola molti altri segni, se non qualche linea di febbre, ma per fratellino, mamma e papà è iniziato un autentico calvario, da cui non tutti sono ancora riusciti a venir fuori quasi un mese dopo. «La bambina quando ha avuto i sintomi non era a scuola – riprende la donna – e per fortuna non è stato necessario mettere la sua classe in quarantena. Così lei è rimasta a casa in isolamento e altrettanto abbiamo fatto noi, nonostante fossimo negativi. Abbiamo seguito il percorso stabilito in questi casi, peccato che al termine dei 14 giorni previsti, il Sisp non abbia chiuso la nostra pratica di isolamento. Risultato? Siamo rimasti di fatto “intrappolati” nella quarantena».

Il certificato

Per poter tornare almeno sul posto di lavoro M. M. e suo marito si sono fatti rilasciare una certificazione dal medico di famiglia. «Ma per il portale del Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl – continua la donna – noi risultavamo ancora in quarantena. Il certificato oltretutto non so che valore abbia, ma era l’unico modo per poter tornare almeno a lavorare. E nella nostra stessa situazione, so per certo, si trovano altre decine di famiglie di Ghemme, sicuramente quelle seguite dalla nostra dottoressa, che non ha colpa per tutto quello che sta succedendo e che ha fatto e sta facendo il possibile per darci una mano. Ma nemmeno lei può accedere al portale del Sisp». «Per fortuna il mio isolamento risulta concluso, ma non quello di mio marito, di mia mamma e dell’altro mio figlio. Spero che questa mia denuncia serva per portare alla ribalta la problematica con cui si trovano a convivere altri cittadini, che nonostante abbiano terminato il percorso di quarantena non possono riprendere la loro libertà».

Contatti al Sisp

Al termine delle due settimane di quarantena, la giovane ghemmese ha provato lei stessa a sbloccare la situazione, ma senza riuscire a venirne a capo: «Per contattare il Sisp io e anche altre persone siamo arrivati a fare anche 200, 250 telefonate al giorno senza avere risposta. Una situazione vergognosa, anche se capisco che in questo periodo le pratiche da seguire saranno tantissime. Ma a quanto mi risulta si sono proprio dimenticati di chiudere le quarantene di Ghemme». Il vero incubo per M.M. e la sua famiglia, insomma, non è stato tanto il covid, quanto la burocrazia e suoi disservizi: «La gente non può essere costretta a stare rinchiusa per mesi in casa solo perché le cose non funzionano. Mia figlia non va scuola da un mese, è l’unica della sua classe a non poterlo fare e per questa condizione si sente anche un po’ depressa».

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