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Ghemme vuole diventare patrimonio dell’Unesco

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Ghemme vuole diventare patrimonio dell’Unesco

Ghemme patrimonio dell’Unesco

Il paese fa domanda di ammissione grazie ai monaci benedettini

 

Un incontro a Castelletto Cervo per portare avanti l’iter. Numerose le testimonianze della presenza cluniacense nel Medioveo

 

Ghemme(beu) Grazie alla sua storia medievale Ghemme potrebbe essere inserito nella lista dei siti patrimonio culturale mondiale dell’Unesco. Nei giorni scorsi, si è tenuto a Castelletto Cervo un incontro per portare avanti l’iter per ottenere un risultato che potrebbe portare in paese risorse per valorizzare il patrimonio storico e culturale. Nei secoli del Medio evo, a Ghemme erano presenti i monaci benedettini dell’abbazia francese di Cluny. Lo attestano numerosi documenti, nei quali è dimostrato come il fiorente mercato vinicolo attingesse al territorio novarese e limitrofo per rifornire il ducato di Milano. «Questo grazie all’opera dei monaci che avevano realizzato grandi bonifiche agrarie – spiega l’assessore alla cultura Piero Rossi, presente all’incontro nell’abbazia di San Pietro a Castelletto Cervo -. A Ghemme i monaci possedevano numerose proprietà dipendenti dal priorato di San Pietro di Castelletto Cervo e di Carpignano Sesia. Anche a Ghemme facevano capo alla chiesa di San Pietro, ora non più esistente, della quale rimane solo una targa nell’omonimo rione, in via Montebello. Insieme a Castelletto Cervo e a Carpignano abbiamo deciso di avviare la procedura che, speriamo, nei prossimi anni ci permetterà di entrare a far parte dell’Unesco. Lo hanno già fatto in Lombardia, dove ci sono altri luoghi cluniacensi».

Le “bannières” di Cluny

Nella serata svoltasi a Castelletto Cervo, il vicesindaco Maria Beatrice Costa e l’assessore Rossi hanno portato uno dei simboli di questa appartenenza, le “bannières”, stendardi ricamati all’uncinetto, sui quali sono raffigurati i siti principali del paese, ed è caratteristica di tutti i paesi che, come i tre piemontesi, fanno parte della “Fédération des sites clunisiens”, che si pone l’obiettivo di favorire la conoscenza della storia dell’ordine cluniacense e di valorizzare il patrimonio dei paesi che hanno legami storici con esso. «Le nostre bannières – spiega Rossi – sono custodite nella chiesa di San Rocco e sono state realizzate da esperte di uncinetto, proprio per attestare la nostra appartenenza alla Federazione dei siti cluniacensi. Sui vari quadri dei pannelli sono raffigurati i simboli del nostro territorio, ma anche emblemi cluniacensi ed europei; sono vere opere d’arte. L’intenzione è di adottare al più presto una delibera per attestare la volontà di entrare a far parte dell’Unesco. Per agevolare tale richiesta abbiamo deciso di rivolgerci alla Regione, il cui tramite potrebbe darle più forza».

Emanuela Bosisio

La delegazione ghemmese con il vice sindaco Maria Beatrice Costa e l’assessore Piero Rossi all’incontro che si è tenuto a Castelletto Cervo per il progetto che vede Ghemme tra i siti Unesco; sulla destra la “banniére” del paese

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