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Gilda Scalabrino commenta Sanremo: adoro i Maneskin

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Gilda Scalabrino guarda con ammirazione ai Maneskin: la cantante di Masserano segue con interesse il Festival di Sanremo.

Gilda Scalabrino e il Festival

Anche Gilda Scalabrino stregata dai Maneskin. L’artista segue con passione la nuova edizione del Festival di Sanremo. La cantante originaria di Masserano è ancora nell’ambiente della musica. Nel 1975 vinse il concorso canoro con “Ragazza del sud”. A presentare la serata all’epoca c’era Mike Bongiorno.
«Al di là di cantare le musiche a cui appartengo, a me i Maneskin piacciono davvero – spiega -. Li adoro. Da ragazza ascoltavo i Rolling Stone e non è un caso. Poi la mia natura e il mio modo di scrivere musica mi ha portato verso altri generi. Ma il mio gusto musicale si è evoluto con tempo».

Le potenzialità

E sempre sui Maneskin confida: «Nel mio gruppo di ascolto sono stata la prima che ha detto che avrebbero fatto strada quando si presentarono a X-Factor. Eppure mi avevano quasi guardato per pazza…. Anche quando i Maneskin sono arrivati a Sanremo avevano un pezzo davvero nuovo che ha vinto».

Autoproduzione

In queste serate Gilda Scalabrino si gode il Festival di Sanremo da casa. «Lo guarderò sicuramente, come faccio tutti gli anni. Il Festival è diventato una grande macchina di produzione, si è snaturato dai festival degli anni Sessanta e Settanta. Per esempio io sono arrivata a Sanremo auto producendomi, oggi sarebbe impensabile poterlo fare anche per i costi proibitivi».
E sui protagonisti del Festival aggiunge ancora: «Sono contenta del grande ritorno di Gianni Morandi – riprende Scalabrino -. E’ stato un gran colpo da parte di Amadeus. Così come quello di portare Iva Zanicchi sullo stesso palco di Achille Lauro. Altri concorrenti tra i giovani non mi convincono, altri che sanno cantare li ascolterò. Per esempio Mahmood è bravissimo per come canta, ma a me non piace».

I cambiamenti

Il Festival della canzone italiana di Sanremo è decisamente cambiato in questi decenni: «Oggi è una grande macchina industriale nella quale i cantanti sono delle “pedine” nelle mani della produzione, ma forse è anche giusto che sia così. La produzione discografica oggi costa un sacco di soldi e non dimentichiamo che non c’è neppure la certezza di poter organizzare concerti».
Passano gli anni ma Gilda è ancora attiva: «Fino a prima del Covid facevo ancora qualche piccola serata, avevamo in programma anche una serata revival a Torino, ma poi il Covid ha fermato tutto».

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3 Commenti

1 Commento

  1. dracula rampante

    5 Febbraio 2022 at 16:47

    gentile Gilda, io non sono un esperto di musica, ma li ascolto di qualunque genere che possa piacere alle mie orecchie, forse sono antiquato di anni 70-80 e fino ad ora vedo cantanti promettenti, ma negli anni , se mi permette la musica ha avuto tanti cambiamenti, da melodia dolce alla musica arrabbiata, fino alla esibizione esagerata, e vero che e tutto spettacolo, ma in certi casi, seguendo attentamente di alcuni testi musicali, fanno pena alle mie orecchie, e x fortuna , entrano ed escano subito dall’altro orecchio, e x quando riguarda esposizione visiva di abbigliamento ed altro, x me siamo arrivati all’esagerazione di esempio alle nuove generazioni, tempo dietro c’era la censura, ma oggi c’è l’esagerazione dei trucchi agli occhi su uomini con gesti poco educati, ( forse sono vecchio d’altri tempi ) ma si ricorda che la televisione deve insegnare agli occhi di tutti cose meno volgari, ma cosi in certi personaggi, tra trucchi,vestiti, e tatuaggi, x me fanno schifo, x non dire poi a certi appartenenze, boh forse il mondo è cambiato, e io non me ne sono accorto, ma si vede x strada ciò che vedono x televisione.
    buon san remo
    cantiamo che e meglio

  2. Ettore

    6 Febbraio 2022 at 9:42

    La musica italiana fa schifo, è un dato di fatto, e san remo è la massima espressione di questo schifo e della pochezza che c’è dietro a chi organizza e a chi partecipa a questo festival della bruttura.

  3. federico 1°di leone

    6 Febbraio 2022 at 14:30

    san remo è lo specchio della società reale decadente.
    non c’è altro da aggiungere, ma quando saranno vecchi , raccolgono ciò che hanno fatto da giovani.
    tutti vogliono fare il cantante,il giornalista, la modella ed altro che non sia lavoro manuale e di fabbrica, generazioni di manager col cell. e tutti i buchi morbidi. eh lavorare è fatica !!
    ma quando mancano i soldi , poi ti vengono a cerkare e ti lekkano l’orekkio

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