Seguici su

Attualità

Grazie René, è riuscito a mantenere vive quattro chiese di Borgosesia. Il ricordo

Pubblicato

il

Borgosesia ricorda René Bianchi, storico sacrestano di Bettole

Grazie René: Marco Antoniotti, che fin da bambino frequentò la comunità di Bettole, ricorda la figura discreta e instancabile dello storico sacrestano.

Grazie René

Il sacrestano Renato “Renè” Bianchi è nei ricordi di tanti frazionisti. Marco Antoniotti lo conobbe frequentando la parrocchia di Bettole:
«René, così lo chiamavamo tutti, era una persona buona, con un gran cuore, sempre disponibile con tutti, soprattutto con noi ragazzini che frequentavamo la Parrocchia di Bettole in quegli anni, non ricordo di averlo mai visto arrabbiato, era sempre presente».

Attento a ogni dettaglio

«Arrivava per tempo col suo motorino da Borgosesia per predisporre tutto nei minimi dettagli per la funzione e finita non se ne andava fino a quando non aveva riordinato tutto, non gli sfuggiva nulla. E’ stato per decenni il braccio destro di don Luigi, il nostro parroco che, grazie anche al suo prezioso e paziente aiuto, è riuscito negli anni a ristrutturare ed a mantenere “vive” ben quattro chiese, un’enormità per una piccola Parrocchia come la nostra, chiese ben curate dove ogni cosa era catalogata ed al suo posto grazie alla sua cura meticolosa».

La chiesa di Fenera Annunziata

«Sembra una coincidenza ma proprio nei giorni scorsi, nella chiesa di Fenera Annunziata, mi era tornato in mente René, raccontavo quando agli inizi di maggio di ogni anno lui ed il “Don” arrivavano con l’auto piena di oggetti per predisporre la chiesa che, per una settimana, avrebbe accolto i fedeli per la recita del santo rosario del mese mariano; quella chiesa mai dimenticata in quei periodi seppur fosse chiusa durante l’anno, per una settimana riviveva e con essa tutta la frazione coinvolgendo grandi e piccini».

Al lavoro

«Ma l’emozione più forte è stata nel ricordare quando da bambino per un estate andai a spiare, ed a volte aiutare per quel poco che potevo e sapevo fare, quella “strana coppia” che aveva deciso di restaurare e di conseguenza rinnovare la chiesa; Renè ed il don arrivavano sempre con quell’auto carica di attrezzatura, indossavano “tutoni” improponibili e si intrufolavano sui ponteggi a dipingere, rifare gessi e quant’altro necessario per completare l’intervento di restauro. Don Luigi in alto ed il René sempre qualche metro sotto, non perché avesse paura, ma perché era fatto così, stava sempre un passo indietro se non due, questo perché non amava comparire e prendersi meriti ma c’era, anche per un semplice consiglio o un sorriso di conforto c’era sempre, un uomo umile e buono. Grazie René».

Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *