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Green Pass, nelle scuole biellesi violazione della privacy e controlli effettuati da personale indadeguato
Green Pass, nelle scuole biellesi violazione della privacy e controlli effettuati da personale indadeguato.
Green pass e le violazioni
iportiamo integralmente il comunicato del Comitato “Biella Nuova Docenti” nel quale, a seguito dell’emanazione del DL 111cin cui si stabilisce l’obbligo per il personale docente di presentare il Green Pass, pena la sospensione dal lavoro senza retribuzione, gli stessi spiegano le motivazioni che li spingono ad opporsi a tale provvedimento. Come personale scolastico facente parte del Comitato Biella Nuova Docenti riteniamo doveroso segnalare quanto è avvenuto nelle scuole della provincia di Biella a causa dell’introduzione del cosiddetto “Green Pass”.
Numerosi colleghi ci hanno descritto situazioni in cui la gestione del pass non è stata corretta, determinando gravi violazioni della privacy dei dati sanitari.
Già a fine agosto alcune scuole, con la giustificazione di assenza di chiare indicazioni da parte del Ministero, hanno inviato mail richiedendo copia del pass ai docenti, violando palesemente la privacy. Il Garante ha infatti chiarito che i controlli possono avvenire solo tramite la app “VerificaC19”: in nessun caso le scuole possono richiedere e trattenere tale documentazione.
Altre segnalazioni riguardano dirigenti che hanno delegato al controllo del pass il personale ATA (amministrativi o collaboratori scolastici) oppure i docenti, ma in molti casi questi delegati non hanno le competenze per ricoprire tale incarico. A tal proposito ricordiamo che le verifiche possono essere effettuate solo dal dirigente scolastico o dal personale delegato che abbia svolto il corso specifico sul trattamento dei dati personali (SOGEI).
A causa di queste deleghe a personale non qualificato, si sono verificati spiacevoli episodi, come ad esempio il controllo del pass negli atri delle scuole con tutti gli insegnanti ammassati che potevano ascoltare i commenti di chi controllava, oppure la creazione di liste compilate sul momento, in cui si inserivano i docenti nella sezione “Green pass da tampone” o “Green Pass da vaccino”.
Alcuni insegnanti segnalano che i collaboratori scolastici hanno richiesto durante l’ingresso se il QR Code corrispondesse alla vaccinazione o al test rapido: questo mette in evidenza che tale personale non ha le competenze per effettuare i controlli e non è stato nemmeno messo al corrente sulla normativa privacy vigente.
Tali collaboratori sono stati prontamente informati dai colleghi sul rischio di denuncia penale per aver posto domande lesive della privacy dei dati sanitari, che in base al GDPR europeo sono considerati super sensibili. Messi davanti all’evidenza, hanno ammesso che loro non ne erano a conoscenza e che sarebbe stato meglio non accettare l’incarico.
Inoltre in alcuni istituti è entrata in funzione la piattaforma per il controllo del Green Pass, che dovrebbe permettere di sveltire le operazioni tutelando la privacy. Ma siamo sicuri che il controllo sarà fatto dal personale qualificato? Infatti, attraverso la piattaforma è facile capire chi siano i docenti con pass da vaccino, da guarigione o da tampone, poiché il “semaforo” diventa rosso ogni qualvolta scade la validità del test. In base alle indicazioni del Garante: “Il processo di verifica dovrà essere effettuato quotidianamente prima dell’accesso dei lavoratori in sede e dovrà riguardare solo il personale per cui è prevista l’effettiva presenza in servizio nel giorno della verifica, escludendo comunque chi è assente per specifici motivi: ad esempio, per ferie, permessi o malattia”.
Alla luce di queste evidenti irregolarità il nostro Comitato supporterà tutti i colleghi che hanno deciso di intraprendere le opportune azioni legali per la lesione della loro privacy.
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