Seguici su

Attualità

Grim Varallo depone una targa sulla tomba di padre Gallino

Pubblicato

il

Grim Varallo depone una targa sulla tomba di padre Gallino

Grim Varallo fa visita a padre Gallino: il sacerdote riposa a Cisterna d’Asti, la sua città natale.

Grim Varallo alla tomba di padre Gallino

Padre Gallino rimane nei ricordi e nei valori del Grim. La pandemia ha limitato la partecipazione ma non lo spirito che anima gli accompagnatori e i ragazzi del Grim di padre Gallino del Cai Varallo, per la commemorazione del cinquantenario della fondazione del gruppo. L’uscita di domenica ha portato il sodalizio a Valle San Matteo, una frazione del comune di Cisterna d’Asti dove nacque 100 anni fa il prete alpinista. Ricordati i suoi cento anni dalla nascita e i 50 di fondazione dello storico gruppo con questa escursione in compagnia di Anna De Fabiani e il suo compagno Marco, in sella alla Joëlette. Un percorso semplice in un ambiente nuovo e diverso per il Grim abituato alla montagna, tra le vigne dell’astigiano profumate dai grappoli di Croatina e Nebbiolo. Dopo la breve escursione si è consumato il pranzo al sacco sul sagrato della chiesetta frazionale.

La targa

L’ospitalità dei compaesani di padre Gallino si è fatta notare, con l’apertura del circolo per un caffè caldo e soprattutto la messa a disposizione dei locali parrocchiali. La giornata è stata anche l’occasione per festeggiare il compleanno della responsabile Grim, Stefania Marchini, e un paio di anniversari di matrimonio degli altri accompagnatori con i dolci preparati dalle accompagnatrici. Dopo il pranzo è stata celebrata la messa in ricordo del fondatore, una funzione un po’ speciale dove è stata benedetta la targa a forma di montagna che commemora l’evento. Una targa in pietra, offerta dalla Dealberto Graniti di Valmaggia con una rappresentazione grafica di Luisa Scarati. Il pomeriggio è proseguito con la posa della targa commemorativa nel piccolo cimitero frazionale sulla tomba di padre Gallino e con un momento di preghiera in ricordo di chi ancora oggi ha lasciato una impronta così marcata nel contesto sociale varallese e della sezione Cai.

Il funerale

Ferruccio Baravelli, già responsabile del Grim e storico accompagnatore, aggiunge questo ricordo: «La prima volta che vidi Valle San Matteo avevo 27 anni e fu in occasione del funerale di padre Gallino, uno dei momenti più dolorosi che io ricordi. C’erano almeno tre pullman stracolmi di varallesi affezionati al “Previ”. Tornare oggi mi ha riportato indietro a quel giorno a riflettere su quante cose sono successe da quel 25 maggio 1986, quante ne sono cambiate… Più volte sono stato tentato di esprimere questi sentimenti ma ogni volta mi sono bloccato per paura di cedere alla commozione, decisamente sto invecchiando. Una riflessione in particolare tra tutte però, ricorreva nel corso della giornata. Don Ercole Scolari, quel 25 maggio durante la celebrazione del rito funebre a Varallo, raccontò un episodio da lui vissuto con padre Gallino negli ultimi tempi di vita».

La scelta della montagna

«Durante una chiacchierata confidenziale tra i sacerdoti, Gallino così risoluto e sicuro di sé, disse: “Caro don Ercole a volte mi chiedo se con le mie scelte ho fatto veramente tutto quello che potevo e dovevo fare come sacerdote…” Padre Gallino scelse la montagna come terreno apostolico, soprattutto tra i giovani ma anche tra gli alpigiani e coinvolgendo intere famiglie. Quelle montagne dove trascorse la maggior parte del suo tempo in vita. Sicuramente un luogo speciale e soprattutto inusuale dove svolgere il suo ministero. Bene caro padre, se oggi tu fossi qui ti daresti da solo una risposta, nel vedere come la tua impronta sia ancora viva tra noi dopo mezzo secolo. Avresti visto e probabilmente “hai visto” i tuoi due ragazzi di allora posare quella targa che recita “50 anni con noi sui sentieri del Tuo Grim”. Quei ragazzi che hanno preso il tuo posto e di cui uno lo ha onorato come presidente sezionale del Cai Varallo, di cui anche tu ne fosti il vice. Hai visto un allegro gruppo di accompagnatori e ragazzi passeggiare tra le tue vigne con la Joëlette che meglio di ogni altra cosa incarna lo spirito di solidarietà e fratellanza che hai predicato. Decisamente si, sei stato un bravo sacerdote che a distanza di così tanti anni ha lasciato una impronta indelebile di quanto ha predicato proprio col suo esempio e sulle nostre montagne».

Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *