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I direttori dei reparti dell’ospedale di Biella difendono la struttura

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«Siamo una squadra di professionisti, nessuno vuole nascondere la “polevere sotto il tappeto”»

Una lunga lettera scritta da direttori e responsabili dei vari reparti per difendere l’ospedale di Biella, la stuttura nell’ultimo periodo è finita più volte sulle pagine dei giornali per le inchieste avviate dalla magistratura sui neonati morti e per il caso che coinvolge il reparto di urologia. L’obiettivo della lettera è spiegare il lavoro e cercare di ricucire il rapporto con i pazienti prima che questo diventi insanabile.

“In questi giorni sono apparsi sulla stampa articoli su episodi di presunta malasanità che hanno interessato alcuni colleghi che lavorano nel nostro ospedale. Con questa lettera non vogliamo in alcun modo entrare nel merito di vicende giudiziarie che avranno il loro corso e anche le loro conclusioni, e per le quali esprimiamo massima fiducia nella magistratura. Il nostro obiettivo, in qualità di dirigenti medici che in questo ospedale e all’interno dell’ASL di Biella, rivestono ruoli di responsabilità clinica e gestionale, è quello di porre l’attenzione dell’opinione pubblica su alcuni aspetti, frutto della nostra esperienza e conoscenza della struttura, rispetto ai quali è giusto che i cittadini siano correttamente informati. L’Ospedale, e il mondo della sanità in generale, costituiscono di certo realtà di grande complessità. Una complessità in parte dettata anche da quell’universo di ruoli e di persone che ogni giorno si incrociano affinché a una domanda di salute corrisponda la risposta più giusta. Quasi 5.000 i cittadini che ogni giorno entrano in ospedale per diverse necessità; il pronto soccorso, in questi giorni di epidemia influenzale, ha registrato picchi di 200 malati al giorno e sono 20.000 i pazienti che ogni anno vengono ricoverati. Le prestazioni ambulatoriali erogate, quasi tutte per i biellesi, superano i 2 milioni all’anno. Per gestire questa mole di attività ciascuno di noi sa bene che oltre al ruolo di medici, come responsabili, abbiamo anche il dovere di gestire al meglio le risorse a nostra disposizione e le persone; per farlo applichiamo insieme alle norme, nazionali e regionali, anche regolamenti, procedure e linee guida che, in parte possono essere interne al reparto, e in parte sono comuni nell’ambito dell’organizzazione aziendale. Ogni anno ci prefiggiamo obiettivi di miglioramento per la qualità e la sicurezza delle cure, avvalendoci di strutture presenti all’interno della direzione sanitaria: l’ufficio per il rischio clinico e l’ufficio per la qualità ci aiutano a verificare il nostro operato, così come avviene negli altri ospedali della Regione.  Nella moderna medicina e chirurgia, le decisioni cliniche sul singolo malato, soprattutto in caso di patologie gravi, sono sempre di più il risultato di scelte condivise tra specialisti diversi. Il paziente viene costantemente informato per poter scegliere la terapia più appropriata ed indicata per se stesso. Non c’è nessuna “polvere” sotto il tappeto, ma solo una squadra di professionisti che lavora in modo organizzato e interdisciplinare nel rispetto delle tecniche più moderne e dei protocolli scientifici più recenti e aggiornati. Tutto ciò con un unico scopo: curare le persone e far crescere un ospedale finanziato con ingenti risorse del territorio. Non condividiamo la rappresentazione dell’Ospedale che la stampa ha fornito in questi giorni e siamo molto preoccupati per l’impatto che alcune dichiarazioni e articoli di giornale possono avere sui nostri malati che invece vogliamo rassicurare, esortandoli a riporre in noi la stessa fiducia di sempre. In questi ultimi anni, dopo l’apertura del nuovo presidio abbiamo osservato un crescente interesse per l’ospedale di Biella e un’inversione di un trend di sfiducia verso la nostra struttura: sempre più biellesi hanno scelto di farsi curare a Biella e hanno evitato “viaggi della speranza” verso altri ospedali piemontesi o di altre regioni, contestualmente sempre più cittadini da altre province hanno scelto noi. In questa rinnovata fiducia nella sanità biellese ha senza dubbio giocato un ruolo la modernità della struttura e la presenza di tecnologie innovative e all’avanguardia, peraltro donate quasi interamente dal territorio biellese, ma ha di certo pesato la significativa introduzione di nuove competenze professionali e tecniche diagnostiche, cliniche e chirurgiche, che hanno sensibilmente migliorato la qualità e le opportunità di cura che il nostro ospedale può offrire. Tecniche endoscopiche e poco invasive che oggi consentono al paziente di poter contare su un trattamento più efficace che determina anche minori complicanze. Un ospedale moderno deve guardare la futuro e lo fa solo se punta su alte professionalità e competenze coerenti con la medicina moderna. Ogni professione, qualsiasi essa sia, richiede capacità e onestà intellettuale. A questi principi e alle regole sopra descritte si ispira l’attività di noi professionisti e del nostro ospedale. Il gradimento e l’apprezzamento che ci viene spesso manifestato dai nostri pazienti è per noi motivo di orgoglio e ci spinge a continuare lungo questo cammino già intrapreso. La principale preoccupazione che i cittadini hanno esternato, dopo aver letto alcuni articoli apparsi in questi giorni, è stata quella di non riuscire a ritrovare il giorno dopo la stessa assistenza e la medesima continuità nelle cure loro prestate. È un campanello d’allarme a cui non possiamo non porre attenzione perché per noi la priorità è curare i nostri pazienti al meglio; affinché ciò possa avvenire abbiamo bisogno della loro fiducia nel nostro operato. Il nuovo ospedale è una ricchezza ed un valore aggiunto del territorio che andrebbe meglio salvaguardato sia da chi possiede ruoli istituzionali, di rappresentanza e anche da parte degli organi di stampa locali. Pensiamo che minare la credibilità dell’ospedale lacerando il rapporto di fiducia tra questo e i biellesi, strumentalizzando situazioni che devono ancora essere oggetto di giudizio per perseguire finalità difficilmente connesse alla salute pubblica, sia espressione di un comportamento irresponsabile e soprattutto irrispettoso nei confronti del lavoro e dell’impegno di tutti i professionisti che ogni giorno operano con responsabilità, senso di appartenenza e dedizione. Infine siamo a ribadire che ogni atto clinico segue il criterio della nostra conoscenza scientifica ed e’ esercitato nel rispetto del Paziente; mai prevale, nel nostro lavoro quotidiano la sola ed unica logica produttiva ma piuttosto le necessarie regole di efficienza di una organizzazione complessa trovano barriera e filtro nel nostro agire in scienza e coscienza”.

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