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I misteri di Varallo raccontati nel libro di Ferruccio Baravelli

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I misteri di Varallo raccolti in un libro: lo firma Ferruccio Baravelli.

I misteri di Varallo in un libro

“Varallo misteriosa”: questo il titolo del libro realizzato da Ferruccio Baravelli, presentato sabato 18 in biblioteca. La pur ampia sala conferenze della biblioteca ha presto esaurito i posti disponibili e molte persone sono rimaste in cortile, ascoltando attraverso la porta lasciata aperta. Dopo gli interventi “istituzionali” – Mauro Osti in rappresentanza dell’amministrazione comunale, Aristide Torri presidente del Consiglio di biblioteca, Arduino Vettorello come collaboratore e co-finanziatore della stampa del volume, Marco Valle giornalista e curatore dell’edizione e autore della prefazione – Ferruccio Baravelli, «con l’entusiasmo e la caparbietà che lo contraddistinguono – scrive in una nota Piera Mazzone, direttore della biblioteca -, ha raccontato come è riuscito a concretizzare in un libro una serie di informazioni che, se non fossero state colte, rischiavano di perdersi. Il volume ha un ricchissimo apparato iconografico, funzionale per ritrovare quanto descritto con le parole: eloquenti frecce colorate invitano chi legge a soffermarsi per verificare l’esatta corrispondenza tra testo ed immagini. Tra i numerosi fotografi, che hanno concesso a Ferruccio di utilizzare le loro immagini, sono stati ricordati Virgilio Carnisio, amico e conoscitore della Valsesia, e Gianfranco Marini, fotografo vercellese che si è letteralmente innamorato di Varallo e la immortala in ogni minimo particolare, realizzando foto iper-realistiche, in cui il colore è amplificato e crea un effetto dipinto».

Amare la Valsesia

Questo “libro familiare” come l’ha affettuosamente definito Aristide Torri, offre ampi spazi per conoscere e amare Varallo e la Valsesia, che Baravelli «percorre in lungo e in largo fin da quando era ragazzino», come ha ricordato Vettorello: «Ne è nata una pubblicazione fresca, che potrebbe essere chiamata cronaca, perché racconta cose che non sono scritte in altri libri: un lievito di spunti da approfondire».
E Mazzone prosegue: «Ferruccio ha saputo ascoltare, ma soprattutto trattenere le informazioni che andava acquisendo, verificandole sul campo e condividendole ora con chi seguirà le indicazioni contenute nel libro “da leggere camminando”: sono rimasti tanti argomenti aperti e certo ci sarà un bis».

L’aspetto migliore

«Grazie a lei che rappresenta l’Italia delle storie importanti, delle quali l’editoria nazionale non si occupa, ma che spesso fanno emergere l’aspetto migliore di un popolo»: il ringraziamento di una persona tra il pubblico e che si è incuriosita durante la presentazione, è stato molto gradito dall’autore. «Domandarsi cosa si nasconda dietro le cose più banali non è uno sterile esercizio retorico – puntualizza Mazzone -, ma induce a rivedere la propria visione del mondo, semplicemente cambiando la prospettiva, usando un grandangolo, o una lente d’ingrandimento, si scoprono paesaggi insoliti ed emergono realtà tanto luminose da essere ignorate. Una cosa certa è che il libro pone tante domande offrendo poche risposte, stimolando la curiosità ed il gusto di approfondire».
L’autore segnala che per un banale errore ha citato nel libro Fabrizio Beccio mentre il nome corretto è Mario Beccio. «Mi sono già scusato personalmente – dice Baravelli – e ho desiderato farlo anche pubblicamente durante la presentazione».

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