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Il vescovo Brambilla “prorogato”: sarà lui a guidare la diocesi al Giubileo 2025
«Occorre riprendere con entusiasmo la pratica della vita cristiana». Ecco le tre linee-guida per le comunità.
Il vescovo Brambilla “prorogato”: sarà lui a guidare la diocesi al Giubileo 2025. «Occorre riprendere con entusiasmo la pratica della vita cristiana». Ecco le tre linee-guida per le comunità.
Il vescovo Brambilla “prorogato”: sarà lui a guidare la diocesi al Giubileo 2025
Il vescovo di Novara è stato “prorogato” per due anni. La scadenza dell’incarico era infatti fissata per il 2024, ma monsignor Franco Giulio Brambilla potrà portare avanti il suo impegno sino al 2026. Il che significa che sarà il vescovo del Giubileo 2025. Monsignor Brambilla è diventato vescovo di Novara (quindi di buona parte della Valsesia) dodici anni fa.
E’ stato lo stesso prelato a comunicare di aver ricevuto la lettera con cui Papa Francesco ha prolungato di due anni il ministero in diocesi. «Con gioia – ha detto il vescovo – sono grato al Papa per la sua benevolenza e fiducia. Accogliendo di buon cuore il suo invito a portare avanti il cammino intrapreso dodici anni fa, mi pare bello richiamare che questo tempo sarà contrassegnato nell’anno 2025 dal primo Giubileo ordinario del ventunesimo secolo».
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Riprendere la vita cristiana
Monsignor Brambilla ha anche colto l’occasione per tracciare tre linee guida «che potranno far riprendere con lena il nostro percorso umano, pastorale e spirituale».
Il primo tema è quello definito più importante: «Occorre riprendere con entusiasmo la pratica della vita cristiana. Dopo gli anni del Covid, resi ancora più poveri di voglia di vivere dal terribile conflitto in Ucraina e della guerra con tantissime vittime nella terra di Gesù, è necessario che la nostra vita torni ad essere illuminata dalla fede, perché dia fiducia alle nuove generazioni e sia capace di infondere speranza e carità. I sacerdoti ritornino al loro ministero con la persuasione che un annuncio ricco di Vangelo, una liturgia celebrata con sobria bellezza, curata e animata da tante presenze, una carità diffusa e generosa, possano ancora far innamorare della vita cristiana».
Ripartire da Nicea
Il secondo tema riguarda invece i 1700 anni dal Concilio di Nicea (325), il primo sinodo ecumenico della Chiesa, quando fu proclamato il “credo” che si professa tuttora durante la messa. «A questo importante anniversario – ricorda monsignor Brambilla – è dedicata la Lettera pastorale “Le dieci parole della fede”, nella quale propongo un canovaccio per tornare a spiegare i contenuti centrali della fede. Invito tutti i sacerdoti a far gustare la bellezza della nostra fede che crede in un solo Dio Padre Onnipotente e Provvidente, in un solo Signore che si fa uomo, agisce e soffre con noi e dona la sua vita per tutti, in un solo Spirito Santo che dà la vita e nutre la nostra anima e plasma la comunità credente nell’unica Chiesa santa, cattolica e apostolica. La vita spirituale è oggi depressa e senza entusiasmo, e sono i giovani che ne patiscono di più l’aridità».
Un Giubileo di speranza
Il terzo tema introduce al Giubileo 2025, con il motto Pellegrini di speranza. Nella bolla di indizione papa Francesco ha scritto: «La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo, che secondo antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni. Penso a tutti i pellegrini di speranza che giungeranno a Roma per vivere l’Anno Santo e a quanti lo celebreranno nelle chiese particolari».
«Tutti sperano – conclude il vescovo -. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza».
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