Attualità
«L’ho provato di persona: è più efficace spostare a Borgosesia i letti del Country hospital»
Scrive Gian Paolo De Dominici: «Da Varallo un continuo via-vai verso l’ospedale, non ha senso»
Da Gian Paolo De Dominici, valsesiano e attuale segretario provinciale del Pd, riceviamo e pubblichiamo una riflessione sul trasloco dei dieci posti letto del Country hospital a Borgosesia.
«Riguardo la chiusura dei 10 posti letto al Country hospital, io credo che il sindaco Botta debba smettere di fare demagogia sulla pelle della gente ed essere sincero, ammesso che comprenda quello che dice. Purtroppo, per casi personali, negli ultimi due anni ho avuto esperienze dirette in tale situazione con entrambi i miei genitori e, con assoluto rispetto per la professionalità di chi vi opera che ringrazio ancora, anche per l’umanità e la generosità dimostrate nei confronti dei miei cari, la situazione di Varallo è la seguente: vi sono 10 posti letto ove l’assistenza medica è garantita da un team di medici di famiglia, ognuno dei quali segue naturalmente solo i propri pazienti per un tempo, come è ovvio, limitato. Vi sono un direttore e un dirigente medico, ringrazio anch’essi, che si occupano della struttura e che, nelle mie esperienze dirette credo di aver visto una volta in venti giorni (due ricoveri di 10 giorni) e poi gli infermieri e operatori socio-sanitari. Se non sbaglio, inoltre, se non sei paziente di uno dei medici di famiglia convenzionati, non puoi avere accesso alla struttura visto che la richiesta di ricovero viene prodotta direttamente dal medico e dunque non tutti possono accedervi.
«Fatta questa premessa, nel periodo dei suddetti ricoveri al Country abbiamo avuto la necessità di svolgere delle viste (geriatrica, della commissione medica per il cosiddetto accompagnamento, e neurologica), esami radiologici eccetera, naturalmente tutte all’ospedale di Borgosesia, e ogni volta, è stato necessario lo spostamento con andata e ritorno Varallo-Borgosesia-Varallo dei pazienti per tramite l’ambulanza (a pagamento), con disagi naturalmente a questi ultimi e, magari con un po’ di egoismo, anche ai familiari. Tutto ciò è avvenuto almeno per tre volte in dieci giorni. Moltiplicato naturalmente per entrambi e quindi sei volte in tutto. Mi domando e domando ai lettori: ma tutto questo polverone sollevato da Botta contro il trasloco dei posti a Borgosesia è funzionale veramente agli interessi dei pazienti oppure lo è solamente alla sua propaganda?
«La storia dei trasporti poi è un’altra assurdità bestiale. Premesso che mi piacerebbe vedere gli elenchi dei pazienti ricoverati in questi anni al Country anche per capire la loro provenienza, faccio sommessamente notare che, per chi arriva dalla valle, nel tempo che accede a Varallo alla struttura del Country, trova parcheggio e vi entra, è già quasi arrivato a Borgosesia nel comodo parcheggio dell’ospedale nuovo. Pertanto anche quella dei disagi legati ai tempi di percorrenza è una cavolata pazzesca.
«Ben venga dunque l’implementazione dei servizi territoriali a Varallo, così come da impegni dell’assessore regionale Saitta e l’apertura dei 20 posti letto Cavs a Borgosesia in una struttura ospedaliera in grado di rispondere ai bisogni di tutti i cittadini del territorio e non solo a quelli di un sindaco per delega. Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico, detto Caligola nominò senatore dell’antica Roma il proprio cavallo, duemila anni dopo, solo per meriti altrui, a Botta toccò la stessa sorte come sindaco».
Gian Paolo De Dominici
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