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Lupi in alta Valsesia, le ragioni non sono solo quelle degli allevatori | L’OPINIONE
Lupi in alta Valsesia, le ragioni non sono solo quelle degli allevatori. La “guerra” tra lupi e allevatori? Si può risolvere con il confronto. Questo almeno è il parere di Giuseppe Ferraris, del Circolo Legambiente del Vercellese e della Valsesia.
Lupi in alta Valsesia, le ragioni non sono solo quelle degli allevatori
«Su un tema come questo – esordisce Ferraris – è giusto che, pur da posizioni diverse, ci si possa confrontare con un approccio pragmatico più che ideologico. Non è condivisibile che la gestione della montagna debba essere fatta esclusivamente da chi ci abita. E non può essere dimenticato che l’allevamento e in generale tutta l’agricoltura beneficino di contributi pubblici consistenti: basti pensare che il programma di sviluppo rurale 2014-2020 della regione prevede uno stanziamento di un miliardo di euro in favore dell’agricoltura piemontese. E anche gli allevatori della Valsesia usufruiscono di questi fondi. E’ ovvio che le difficoltà ci sono e che la gestione della presenza del lupo è un onere in più per chi opera nel settore, ma è altrettanto vero che ci sono alcuni che gestiscono al meglio il sistema della prevenzione e altri che lo fanno meno bene».
Pani di contenimento
I piani di contenimento richiesti a gran voce anche in occasione della conferenza di Varallo non sarebbero, insomma, lo strumento più adatto per affrontare la questione: «Quella del lupo – riprende Ferraris – è una specie protetta. E’ un equilibratore del sistema, un predatore che caccia gli erbivori e ha una funzione ecologica. Nel cuneese da almeno 20 anni è in atto una convivenza non risolutiva, ma ben gestita con gli allevatori. La Regione è pronta a dare ogni supporto a chi lo chiede e confidiamo che in tempi rapidi vengano adottati strumenti che possano garantire le verifiche tempestive e gli adeguati rimborsi per chi subisce delle predazioni. Secondo quella che è la comune esperienza i cani da guardiania, cioè i pastori maremmani, in caso di avvicinamento o presenza di lupi dovrebbero essere in grado di contrastarli efficacemente.
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Un altro strumento utile è rappresentato dalle reti elettrificate, mentre sarebbe buona norma che il pastore resti in alpeggio e non abbandoni il gregge magari per decine di giorni. Sulla necessità dei piani di contenimento, bisogna chiedere a chi fa ricerca e monitoraggio. Non è giusto essere favorevoli o contrari a prescindere. Quanti sono i branchi attualmente in Valsesia? Ce ne sono probabilmente due, anche se qualche allevatore afferma che sono di più».
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