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Malati di atrofia muscolare senza vaccino: la denuncia parte da Valdilana

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Malati di atrofia muscolare

Malati di atrofia muscolare senza priorità per il vaccino: ma molti di loro hanno anche problemi polmonari.

Malati di atrofia muscolare senza vaccino

Nessuna priorità vaccinale per le persone con Sma. L’appello in loro favore è stato lanciato a livello nazionale dall’associazione Famiglie Sma e ripreso dal Girotondo Onlus di Trivero. «Si sono dimenticati dei ragazzi con l’atrofia muscolare spinale – interviene Piero Taverna, vice presidente dell’associazione -. Eppure queste molte di queste persone hanno anche problemi polmonari, in alcuni casi, oltre a varie patologie. Eppure nè a livello nazionale, nè a livello regionale è stato pensato di inserirli tra le priorità per ricevere il vaccino Covid. Se dovessero contrarre il virus sarebbe la fine».

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La rinuncia

Giorni fa, sui social ha molto circolato la notizia di un uomo di 91 anni che ha deciso di cedere la sua dose di vaccino anti-Covid alla madre di un ragazzo con grave disabilità, perché “lei non può ammalarsi, e non può permettersi di portare il virus in casa, io ho 91 anni, credo proprio di essere meno utile”. Certamente un gesto di grandissima generosità, ma che inevitabilmente mostra come il sistema attuale di vaccinazioni anti-Covid abbia tralasciato delle categorie importanti: sia tantissime persone fragili – per condizioni di salute e non per età – sia i loro familiari.

Le famiglie

Anita Pallara, presidente dell’associazione Famiglie Sma, ha voluto portare alla luce la vicenda con un editoriale: «Mi dico che come famiglie SMA stiamo facendo tutto il possibile. È un anno che chi rischia più la pelle vive con la massima attenzione, in una zona rossa perenne, continuando a fare tutto, lavorare, studiare, ecc., ma con la consapevolezza di giocare d’azzardo. Con le malattie si vive perché c’è la scienza che offre soluzioni e terapie, perché lo Stato garantisce il diritto alla salute. In questo momento si è deciso che chi ha una patologia può attendere, perché tanto, in questo Paese, quando si tratta di malattie non si vedono le persone, si vede la patologia e tutto quello che non permette di fare, in un perenne sbilanciamento che cancella identità e raggruppa tutto nel calderone del ‘poverini». E rilancia: «È prioritario garantire la salute dei cittadini più a rischio, che sono lavoratori, studenti e mille altre cose, tanto quanto far ripartire l’economia e la scuola». Della vicenda è stata informata anche l’assessore regionale Elena Chiorino che ha promesso di interessarsi al caso al più presto per cercare una soluzione in tempi rapidi.

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