Seguici su

Attualità

Matteo in bicicletta da Ghemme fino all’Atlantico

Pubblicato

il

Matteo in bicicletta da Ghemme fino all'Atlantico

Matteo in bicicletta da Ghemme a Biarritz: un viaggio da 1.846 chilometri. «Mi fa piacere essere seguito, soprattutto per il messaggio positivo che ci tengo a dare».

Matteo in bicicletta fino all’Atlantico

Un’impresa impegnativa per dimostrare che si può fare. Ventisette anni, una preparazione atletica accurata e l’entusiasmo di chi si diverte a mettersi in gioco per dimostrare che si può andare anche oltre quelli che crediamo essere i nostri limiti. Il ghemmese Matteo Curatitoli ha scelto di dedicare il proprio tempo libero a una grande passione: la bicicletta; e con essa, qualche settimana fa, ha affrontato un viaggetto “da nulla”, partendo da casa, a Ghemme, per arrivare a Biarritz, sull’oceano Atlantico. Si tratta di 1846 chilometri per 159 ore e 13 minuti e mezzo di pedalata (le pause sonno comprese), salendo e ridiscendendo i principali passi alpini e pirenaici, alcuni noti per il Tour de France.

LEGGI ANCHE: In bici da Oslo a Capo Nord: viaggio solitario dell’ex sindaco di Trivero

La preparazione

«Affrontare percorsi anche molto impegnativi in bicicletta è un modo per far capire che sono alla portata di tutti: ognuno si può programmare in funzione della propria preparazione – afferma Matteo – Da quattro anni mi impegno assiduamente; due anni fa ho preparato il primo viaggio, in terra francese: ho risalito il Colle dell’Agnello, ho dormito in un ostello e sono rientrato dal Col de l’Échelle. L’anno scorso ho affrontato un giro di quattro tappe sulle Alpi, attraversando Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania e Slovenia, per poi rientrare dal Friuli: più di mille chilometri, circa 250 al giorno, con un dislivello medio giornaliero di circa 4.000 metri. Poco meno di quello affrontato quotidianamente quest’anno, il cui totale è stato di 28.204 metri di salite».
Cifre da capogiro, se si pensa che Matteo ha impiegato più o meno una settimana a raggiungere l’Atlantico, attraversando anche Andorra e il santuario di Lourdes.

Le tappe

«Affrontare passi dai nomi celebri come il Col de la Bonette, il Mont Ventoux, il Port d’Evalira o il Col du Tourmalet non è stato facile, anche mentalmente; ma quando ho conquistato il Col de Peyresourde, ultimo dei cinque passi della lunghissima quinta tappa, ho iniziato a capire che potevo farcela ad arrivare fino in fondo – confessa il giovane, che ricorda gli spettacolari passaggi attraverso la Provenza o le Gorges du Verdon – Ho incontrato gente di tutti i tipi, alcuni curiosi, altri avventurosi come me; ma il momento in cui il mio cuore ha pulsato di più è stato quando mi ha telefonato l’amico Marco Baratti, dicendomi che si stava dirigendo verso Biarritz per festeggiare l’arrivo e poi tornare insieme a casa. Una sorpresa bellissima!».

Sui social

Matteo posta le sue foto e i video su i social, ma non è a caccia di facili guadagni. «Lo faccio per il piacere di condividere le mie esperienze, ma devo ammettere che mi fa piacere essere seguito, soprattutto per il messaggio positivo che ci tengo a dare. Non ho neanche degli sponsor, solamente la “Ge.Si” gestione sinistri di Borgomanero, mi aveva supportato in una gara di ultracycling, la “Raceacrossitaly”, e ho indossato una divisa col suo marchio. E poi gli amici di Dolci Modi di Ghemme, che hanno studiato per me un nuovo tipo di barrette energetiche e delle crostatine resistenti ai maltrattamenti di un ciclista».

Continua a leggere le notizie di Notizia Oggi Borgosesia e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *