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Neve artificiale, Bielmonte contro l’esperto di Nimbus: qui garantisce il lavoro a tante famiglie

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Neve artificiale a Bielmonte: botta e risposta sui social network.

Neve artificiale a Bielmonte

Fa ancora discutere il laghetto di Bielmonte. Daniele Cat Berro, ricercatore alla Società Meteorologica Italiana e redattore della rivista Nimbus, ha parlato di “accanimento terapeutico” per l’utilizzo dell’innevamento artificiale a Bielmonte, postando su Facebook una foto dall’alto in cui appare la stazione sciistica come è oggi: piste bianche circondate da vegetazione del tutto priva di neve. Risultato dell’innevamento artificiale. Ma Giampiero Orleoni, di solito sempre defilato nelle polemiche stavolta è sbottato.

La striscia di neve

Ad aprire la riflessione il post di Cat Berro: «Capisco che chi vive sul turismo della neve cerchi di adattarsi al clima che cambia, di aprire gli impianti il più possibile e lavorare nonostante tutto. Ma si tratta di accanimento terapeutico, peraltro con crescenti costi economici e ambientali. E spesso con ingenti e discutibili iniezioni di denaro pubblico».
Cat Berro ha mostrato una foto dall’alto di Bielmonte dove si nota la striscia di neve e attorno il verde dei prati: «E’ uno dei comprensori attorno ai 1500 metri, altitudine molto critica che già oggi, specie in esposizione soleggiata, non garantisce un numero di giorni con neve al suolo adeguato a una pratica dello sci remunerativa». La riflessione è finita sui social e subito il confronto si è acceso.

La replica

La risposta di Icemont non si è fatta attendere via social. Giampiero Orleoni ha scritto: «La neve artificiale è solo acqua che verrà restituita alla natura. Tra le altre cose, quelle strisce di neve stanno generando un rientro economico anche allo Stato che probabilmente si avvicinerà solo questa stagione all’investimento fatto. Inoltre hanno permesso a centinaia di persone di guadagnare uno stipendio senza richiedere cassa integrazione o reddito di cittadinanza».
E chi lavora in Icemont in un altro post ha spiegato: «Invece di fare foto dall’alto e giudicare questo “accanimento terapeutico di due strisce di neve” venite qui, venite a guardare cosa succede a Bielmonte. Prima il lago era vuoto (c’erano ancora più di 3.000 metri cubi) ora ci sono le strisce che non vi piacciono. Venite qui, spiegate a questi bambini che passano i loro weekend a sciare, anziché stare chiusi in casa davanti alla tivù, perché non dovrebbero farlo. Venite a spiegare ai gestori dei locali con chi dovrebbero lavorare per portarsi a casa lo stipendio. Ditelo anche ai maestri di sci che mantengono le loro famiglie con il loro lavoro. Spiegatelo ai ragazzi che lavorano negli impianti, che si alzano alle 5 del mattino per preparare tutto al meglio. A quei ragazzi che hanno lavorato giorno e notte per preparare quelle due strisce, come le chiamate voi».

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1 Commento

1 Commento

  1. Marameo

    9 Febbraio 2022 at 8:25

    “Esperti” che parlano e scrivono solo per sensazionalismo, completamente distaccati dalla realtà dei fatti e dalle esigenze locali. Tutti bravi col c… degli altri.

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