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Non aprite la porta a sconosciuti: carabinieri Ghemme contro le truffe

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Non aprite la porta alle persone sconosciute: il rischio truffa è troppo alto. E’ uno dei consigli forniti dai Carabinieri durante l’incontro con la popolazione a Sizzano.

Non aprite la porta

I truffatori sanno bene come carpire la fiducia delle persone che prendono di mira. Si presentano al meglio: ben vestiti e cortesi. A volte possono addirittura presentarsi, come è accaduto a Ghemme, vestiti da Carabinieri. Ecco perché è importante non aprire mai la porta agli sconosciuti: potrebbe essere una truffa e si rischia di essere “alleggeriti” di oro e soldi in men che non si dica. Episodi simili sono capitati anche di recente in Valsesia e per questo giovedì nella sala consigliare del municipio di Sizzano si è svolto un incontro pubblico alla presenza dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine. Dietro al tavolo c’erano il sindaco Celsino Ponti, il suo vice Stefano Vercelloni, la comandante della polizia locale Anna Assi e due carabinieri, il capitano Andrea Ceron, comandante della compagnia di Arona e il maresciallo Antonio Natale, che guida la caserma di Ghemme.

I consigli

Insieme hanno cercato di fornire indicazioni utili ai presenti, per evitare spiacevoli sorprese. «Prevenire è sempre meglio che curare – ha esordito Ceron – , e sapere come comportarsi in certe situazione è importante. Le truffe a danno degli anziani nella nostra zona non costituiscono un’emergenza, ma certamente sono un dato ricorrente. Si tratta di un fenomeno fastidioso, perché lascia il segno sulla vittima anche dal punto di vista psicologico e non solo da quello economico. Ci si vergogna di essere stati raggirati e magari non si ha il coraggio di denunciare. Il truffatore è di solito una persona ben vestita, cortese, gentile, che parla un italiano corretto e che spesso suona alla porta con una divisa addosso. Diffidiamo sempre di chi bussa alla porta se non lo conosciamo e una telefonata al 112 non costa nulla».

I sistemi più usati

Natale ha poi raccontato le truffe più frequenti accadute negli ultimi tempi: «Una scusa usata spesso per introdursi nelle case degli anziani è quella del mercurio trovato nell’acqua. Si fa credere alla vittima che ci sia una contaminazione, usando anche spray o fialette maleodoranti, e gli si chiede di raccogliere denaro e oro e di metterli nel frigorifero, per poi sparire con la refurtiva. Un’altra truffa piuttosto comune è quella del “caro nipote”. In questo caso arrivata la telefonata di qualcuno che si finge un parente in difficoltà che chiede un prestito di denaro. La richiesta è magari di qualche migliaio di euro, si avvisa che passerà un amico a prenderli e il gioco è fatto. E’ importante non fare entrare nessuno in casa o se sono già dentro non bisogna avere paura di metterli in attesa minacciando di chiamare il Comune o i carabinieri. In questi casi scappano senza fare del male».

Le buone pratiche

Durante la serata ai presenti è stato consegnato un promemoria con precauzioni e consigli utili per tutelarsi dalla microcriminalità: tra questi non tenere in casa grosse somme di denaro, non lasciare la borsa appoggiata la carrello del supermercato, non donare denaro a chi lo richiede per strada o porta a porta. Per i sizzanesi i numeri utili in caso di dubbio sono quelli della polizia locale (0163.1903078 dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19 e il sabato dalle 8 alle 13) e dei carabinieri di Ghemme (0163.840141). Il numero unico per le emergenze è il 112.

Il vicinato

Altro aspetto da non sottovalutare quando si parla di truffe o furti a danno di anziani è il ruolo dei vicini di casa, che possono intervenire in soccorso dei raggirati, prestando solo un po’ di attenzione: «Sizzano è un paese di 1500 abitanti – ha ricordato il sindaco Ponti – , e di fatto è come una grande famiglia. Non fregarsene del prossimo è un dovere e sottolineo l’importanza di segnalare episodi sospetti, anche al sottoscritto. La sicurezza di vicinato nei paesi piccoli come il nostro deve essere una cosa naturale. Segnalate e fatelo tempestivamente, abbiamo in paese delle telecamere che registrano immagini che restano in memoria per sette giorni, è importante non far trascorrere troppo tempo».

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