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Nonna Ilva di Varallo ha spento cento candeline: è una prozia del sindaco

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Nata a Quarona, ha abitato per oltre quarant’anni a Salaro di Sabbia

Ilva Bianchi ha compiuto 100 anni. A festeggiarla nei giorni scorsi anche il sindaco Eraldo Botta, che nel farle visita con il vice Pietro Bondetti, l’assessore Pamela Negri, il prevosto don Roberto Collarini e il sindaco di Sabbia Carlo Stragiotti, le ha consegnato la pergamena che a nome della Città di Varallo viene donata a tutti i cittadini che hanno raggiunto un’età invidiabile. «Mi ha fatto molto piacere consegnare questo piccolo omaggio a Ilva – dichiara il primo cittadino – anche perché questa signora è una mia prozia».

La centenaria infatti ha vissuto a Sabbia, paese d’origine del sindaco di Varallo, da quando aveva tre anni. «E’ nata a Quarona il 3 dicembre 1917 – racconta la figlia Graziella Botta – e poi a tre anni è andata ad abitare a Salaro di Sabbia dove è rimasta fino al 1963. Si è sposata e ha avuto tre figli, oltre a me due maschi, e si è sempre dedicata alla famiglia e al lavoro in campagna, ad accudire gli animali da cortile. E’ vedova da 28 anni».

Nei primi anni Sessanta la decisione di stabilirsi a Varallo dove da allora vive ancora oggi serenamente e in modo ancora abbastanza autonomo. Infatti, nonostante il peso non indifferente dei cento anni sulle spalle, si appoggia alla figlia solo per il pranzo e per le faccende domestiche. «Lei vuole vivere ancora a casa sua – racconta Graziella -: Io e mio marito ogni mattina andiamo a prenderla e la portiamo a casa nostra per pranzare, ma a metà pomeriggio mia mamma desidera tornare a casa sua dove si prepara il suo solito caffellatte per cena. E’ tutta la vita che fa così, non mangia altro alla sera, mentre a pranzo mangia parecchio e di tutto, ha molto appetito, ed è golosa di dolci. Poi dopo il caffellatte va a dormire, durante il periodo invernale appena viene buio, e riposa fino alle 8 circa del mattino successivo. D’estate invece si sveglia prima e trascorre la sua giornata seduta sul balcone. Ama stare all’aria aperta avendo sempre vissuto in campagna».

Dopo essersi trasferita da Sabbia a Varallo, Ilva si è dedicata a una grande passione: il puncetto valsesiano. «E’ stata maestra puncettaia – sottolinea la figlia – e alla fine degli anni Ottanta è stata anche premiata dalla Comunità montana con l’ago d’oro e la targa d’argento».

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