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Nuova diga sul Sessera costa già il doppio del previsto

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Nuova diga in Valsessera: i costi lievitano. Il Comitato: «Con molta probabilità costerà non meno di 600 milioni di euro: una follia».

Nuova diga sul Sessera

La nuova diga in Valsessera rischia di costare nettamente di più di quanto previsto inizialmente. Si passa dai 320 milioni di euro previsti dieci anni fa all’attuale mezzo miliardo. E con il dubbio di salire ancora fino a 600. Praticamente il doppio del previsto. Basta prendere l’elenco dei progetti censiti dalla Autorità di bacino del Po per rendersi conto che la spesa inizialmente prevista è decisamente aumentata. Del resto, gli ambientalisti più volte avevano posto la questione. Ora arrivano le cifre.

Il Comitato

Il dato non è passato inosservato al comitato “Custodiamo la Valsessera”: «I costi per realizzare la diga in Valsessera – spiega il comitato presieduto da Albino Foglia – come già denunciato da questo comitato, sono lievitati notevolmente. Ora si ha la conferma di tale incremento, da 320 milioni di euro stimati nel 2010 ai 493 milioni euro del 2021, dalla lettura dell’elenco delle misure censite dalla Autorità di bacino del Po, per la redazione del Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po».

I costi

Il motivo? «Un quasi raddoppio dovuto principalmente ai costi aggiunti delle varie opere resesi necessarie per soddisfare le prescrizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione, il decreto Via». Tra l’altro, il recente aumento dei costi energetici e delle materie prime (dal 25 al 40 per cento), rischia di far lievitare il costo ora stimato in 492,7 milioni. «Con molta probabilità fare la diga in Valsessera costerà non meno di 600 milioni
di euro: una follia», sottolineano dal comitato.

Parere negativo

Rimangono invariate le condizioni che a giudizio degli ambientalisti rendono impossibile realizzare l’opera: «Il Consorzio della Baraggia è in piena crisi interna e devono essere svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche; nessun finanziamento in vista, le poche risorse sono andate ad altri due progetti di invasi in Piemonte». Tra l’altro il progetto esecutivo non è ancora approvato e mancano meno di 33 mesi per quella che era la conclusione dei lavori inizialmente ipotizzata.
«Custodiamo la Valsessera – è la conclusione – continua dunque nel suo monitoraggio sempre più convinto che quest’opera presenta uno sfavorevole rapporto tra costi e benefici anche senza considerare i notevoli danni ambientali».

I comuni

L’inserimento del progetto di ampliamento della diga nell’ambito delle “misure” del piano dell’Autorità di bacino del Po dimostra che il pressing sull’opera è doppio per ottenere i finanziamenti, anche attraverso il Pnrr. Non c’è solo il proponente, ovvero il Consorzio di bonifica della Baraggia, ma anche l’Autorità di bacino.
Proprio per cercare di mettersi di mezzo a fine 2021 era intervenuto il Comune di Pray approvando una delibera per opporsi alla costruzione dell’invaso. «Il nostro atto – spiega il sindaco Gian Matteo Passuello – ha l’obiettivo di ribadire la contrarietà del territorio a questo progetto. Si sta cercando di far entrare il progetto della diga tra quelli finanziabili dal Piano nazionale, ma le priorità sono ben altre».

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2 Commenti

1 Commento

  1. Annibale Melchiorre

    16 Febbraio 2022 at 20:21

    Bene, allora è bene che si sbrighino a costruirla prima che i costi salgano ancora. Avanti così, con buona pace degli ambientalisti (che possono continuare a comprare la corrente elettrica dalla Francia, se la diga da loro tanto fastidio)

  2. alessandro belviso

    17 Febbraio 2022 at 12:06

    dare dell’ambientalista tout court è un metodo delegittimativo che non ha fondamento ormai anche le sentenze tribunale riconoscono il merito della difesa ambientale che è pure in costituzione.
    nel 81 ero contro il gasdotto siberiano per rischi di forniture dall unione sovietica (oggi qualcosa del genere accade) e per l indipendenza ero favorevole al nucleare it, cosa invece riconsiderato i rischi di disastro e scorie sono da molto contrario.
    la scelta della produzione di energia è complessa ma passa anche dalla ricerca che l’it finanzia poco (per motivi vari) e non dalla cementi spa, perchè a molti piacerebbe conservare ed anche viverle le poche zone intatte rimaste piaccia o meno alla lobby degli appalti.
    l’ingrandimento di questa diga non eliminirà l acquisto di energia estera, anche senza calcoli ne sono certo.

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