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Osservatorio astronomico a Villa Aprilia sopra Fobello

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Un Comune del Vco rilancia Villa Aprilia: sorgerà un osservatorio astronomico.

Un osservatorio astronomico a Villa Aprilia

Un osservatorio astronomico sui ruderi di Villa Aprilia. È la proposta lanciata dal sindaco di Bannio Anzino Pierfranco Bonfadini. Come primo passo, la giunta ha deliberato un atto per mettere in sicurezza l’area che sorge a confine con il territorio di Fobello.

Avviata un’usucapione

L’idea finale è di ricavare un osservatorio astronomico, ma per dare corso a questo progetto occorre inserirla nel patrimonio comunale. Per questo il Comune sta portando avanti un’usucapione.

Attualmente il terreno e i ruderi sono ancora della famiglia Lancia. Ma gli eredi sono tanti, la proprietà è divisa tra molte persone, alcune residenti anche all’estero. E la strada di una donazione pare troppo complicata.

L’amministrazione comunale di Bannio Anzino ha anche parte dei soldi per rilanciare questo pezzo storico di montagna. Mezzo milione di fondi europei sono stati assegnati al Comune per allungare la strada che porta sotto il colle d’Egua (2239 metri), da dove proseguendo si arriva all’insediamento walser di Carcoforo. Ma non bastano ancora.

La storia della villa

L’architetto borgosesiano Costantino Gilodi, esponente valsesiano della belle époque, progettò la sua villa nel 1908.

Il “villino Gilodi” era dotato di un ampio giardino realizzato mediante la costruzione di un terrapieno, una fontana, impianto idraulico e di riscaldamento e anche dei terrazzamenti per coltivare le piante che Gilodi definiva il suo giardino alpino.

Alla morte dell’architetto, la villa fu acquistata dalla famiglia Lancia, che la ribattezzò “Aprilia”, come il famoso modello della casa automobilistica.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, il luogo divenne una via di fuga verso la Svizzera e la villa fu usata dai partigiani come appoggio. Nell’aprile 1944 la villa subì un incendio nel corso di una battaglia tra partigiani e fascisti.

Da allora la villa è abbandonata e oggi in forte stato di degrado, in rovina e pericolante, nonostante sia ancora di proprietà della famiglia Lancia. Nel 2020 l’arco di ingresso della villa era anche crollato a causa della neve.

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2 Commenti

1 Commento

  1. alessandro belviso

    16 Gennaio 2022 at 23:50

    a prescindere che un osservatorio astronomico in un luogo lo decidono gli astronomi (preferisco resti un residuo di guerra manutenuto) grave è la solita paranoia di far strade tra i monti distruggendo per interesse immobiliare e forma mentis.
    quando piovono soldi li spendono prevalentemente in nuovo cemento, come se bisogni spendere in quello per far sviluppo e sempre che si consideri lo sviluppo il paramentro, cosa che da decenni è in discussione critica già in un rapporto del 72 per il Club di Roma ma i politici espressione dell’interesse pensano e fanno altro.
    quì porterebbero le auto al colle baranca (mostruoso) e poi magari continuando nel delirio per andare carcoforo in suv basterebbe spianare il colle egua.
    una pericolosa tendenza a distruggere luoghi che molti politici coscientemente mirano e fermarli per chi abbia altra forma, è un problema.

  2. Antonio Forsati

    17 Gennaio 2022 at 8:08

    Io sono dell’idea che una proprietà privata debba restare di competenza del proprietario, a prescindere dallo stato di conservazione. Questo rudere è abbandonato dal 1943 e trovo veramente ridicolo che trattandosi oramai poco più di un cumulo informe di pietre, si debbano sprecare soldi e tempo per arrivare addirittura a sottrarlo ai legittimi proprietari. Ci sono centinaia se non migliaia di edifici storici abbandonati in Italia, che versano in condizioni migliori, e che meriterebbero più attenzione di questo cumulo di pietre.

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