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Prato Sesia cippo per ricordare i soldati mai tornati

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Prato Sesia cippo dedicato ai soldati dispersi nelle due Guerre Mondiali.

Prato Sesia un monumento per i militari “senza croce”

E’ dedicato ai “caduti senza croce” il nuovo monumento sorto a Prato Sesia, nella zona del Parco della Rimembranza. Il cippo vuole ricordare tutte quelle persone che, essendo risultate disperse in guerra, non hanno potuto avere un’effettiva sepoltura. Dedicare loro un monumento significa quindi tributare una sepoltura simbolica, seppure in assenza delle salme, per ricordarli. Il cippo di Prato Sesia è stato benedetto con una cerimonia domenica. Presente anche Silvio Selvatici, vicepresidente dell’ “Opera nazionale caduti senza croce”. L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Prato Sesia in collaborazione con il gruppo alpini.

I dispersi pratesi

A Prato Sesia sono 16 i soldati dispersi: otto hanno preso parte alla Prima Guerra Mondiale e altrettanti alla seconda. A cercare i loro nomi, con ricerche storiche attraverso i registri del Comune, è stato l’alpino Angelo Frasson, aiutato da un amico torinese. Dopo avere trovato i nomi, sono stati contattati alcuni parenti. Il cippo è stato posizionato lo scorso venerdì e nel fine settimana è stata installata la targa ricordo per i soldati dispersi. In loro memoria, saranno anche deposte alcune targhette con i nomi, i corpi militari di appartenenza e i gradi dei soldati scomparsi, che verranno simbolicamente sepolte ma rimarranno comunque visibili mediante una lastra trasparente.

Il costo di vite

Ancora oggi non è stato determinato con esattezza il costo, in termini di vite umane, della Prima Guerra Mondiale. Si parla di perdite fra i 15 e i 17 milioni di morti fra popolazione civile e soldati. In Italia, si stima che abbiano perso la vita circa 1 milione e 250mila persone fra civili e militari. È difficile trovare una stima precisa dei dispersi. Dati più precisi sono invece reperibili sulla Seconda Guerra Mondiale: sono 111,579 i dispersi italiani considerati ufficialmente morti. Nel complesso, l’Italia perse 472.354 vite. A livello mondiale, le perdite furono impressionanti: si parla di 54 milioni di persone, di cui la maggior parte (circa 30 milioni) civili.

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