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Prato Sesia divorzia dall’Unione montana. Non è andata giù la chiusura del centro incontro

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Prato Sesia divorzia dall’Unione montana. Non è andata giù la chiusura del centro incontro. Il Comune guidato da Alberto Boraso lascia l’ente valsesiano.

Prato Sesia

Nel consiglio comunale che si è svolto l’altro giorno, il Comune di Prato Sesia ha deciso di non rinnovare la convenzione con l’Unione Montana per la gestione della socio-assistenza. «Una decisione ponderata a lungo, ma inevitabile – ha sottolineato il sindaco Alberto Boraso – e non solo per la recente chiusura del Centro incontro Carlo Polo. Abbiamo valutato molto attentamente se proseguire la collaborazione con l’ente varallese. Da una parte siamo soddisfatti del lavoro svolto in questi anni dal personale del servizio domiciliare, ma diversi altri fattori, a partire dalla chiusura del Carlo Polo, hanno fatto propendere per questa soluzione. Con la mia squadra ne abbiamo parlato a lungo, volevo sentire il parere di tutti, esaminare ogni aspetto della situazione».

Futuro

L’ente montano era subentrato nella gestione della residenza per autosufficienti nel periodo della pandemia, quando il Comune aveva avuto necessità di un supporto, in un momento estremamente delicato. A causa del Covid, poi, il numero degli ospiti fissi era diminuito fino ad arrivare a tre sole persone. L’anno scorso erano arrivati i primi segnali da Varallo di voler chiudere la struttura, se il numero degli assistiti non fosse salito. «Eravamo giunti all’accordo di provare a promuovere il nostro Centro per alcuni mesi, cercando di aumentarne le presenze – prosegue Boraso – Ma il nuovo presidente Francesco Pietrasanta ha deciso improvvisamente di lasciare, dopo averci concesso una possibilità di rilancio su un periodo molto breve, considerando che in quel momento anche le Rsa si erano trovate in difficoltà. Inoltre, sapevamo che si era recato in Lombardia per conoscere meglio le realtà delle case-famiglia e ci ha lasciati perplessi la decisione di chiudere l’unica presente sul territorio. Ma con l’Unione montana abbiamo riscontrato problemi anche a livello gestionale, ad esempio perché sembra concentrare le attività su Quarona e Varallo. In più, nel periodo di emergenza, quando stavamo già collaborando con loro, siamo stati noi a dover risolvere alcuni problemi che si erano verificati al Centro. Ancora, quando sono stati presi in considerazione i finanziamenti del Pnrr, nei progetti non era presente la nostra struttura».

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La convenzione con Varallo resterà fino a dicembre, ma sin d’ora l’amministrazione comunale si sta muovendo per trovare alternative. Dovrà ricostruire non solo il futuro del Centro Incontro Carlo Polo, ma anche tutto quanto concerne i servizi socioassistenziali. «Abbiamo già preso contatti con alcune realtà simili; abbiamo ricevuto proposte interessanti e stiamo valutando i dettagli. Intanto, il Centro incontro potrebbe riaprire per eventi e iniziative già tra settembre e ottobre, con la collaborazione della Fondazione Amici di Carlo Polo».

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