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Pray e Coggiola ospitano i nuovi migranti

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Il progetto Sprar partirà a gennaio

Ultime pratiche in corso per la partenza del progetto di accoglienza Sprar, che dovrebbe partire ufficialmente con il nuovo anno nei comuni di Pray e Coggiola.

«Abbiamo completato la domanda – spiega il sindaco di Pray Gian Matteo Passuello -. Entro il termine previsto saremo operativi». Dopo aver affidato l’appalto, ora i Comuni non devono far altro che attendere informazioni dal Ministero che si occuperà dell’invio dei migranti con le credenziali per poter far parte del progetto di integrazione.

Sia Pray che Coggiola metteranno a disposizione un alloggio comunale a testa. «Fin da subito – spiega Passuello – i migranti saranno accolti in stabili di proprietà comunale: si tratta di alloggi abbastanza ampi che potrebbero essere utili a nuclei famigliari. Poi ci sono privati che hanno messo a disposizione appartamenti, ma questo dipenderà anche dal numero di arrivi». Per ora sulla collocazione Passuello non si sbilancia: «Si tratta comunque di edifici in centro paese, non nelle frazioni». Sulla carta lo Sprar di Coggiola e Pray sarà attivo a partire da gennaio 2018. «Ma questo non vuol dire che arriveranno subito gli ospiti – aggiunge Passuello -. Di recente gli arrivi sono diminuiti di numero, diversi migranti che non avevano i requisiti sono stati rimpatriati». Il progetto consiste nell’accoglienza di ventiquattro persone, dodici per paese, sotto la diretta e totale responsabilità dei Comuni, che tramite un appalto hanno scelto un gestore. La cooperativa che avrà in mano il progetto (si tratta della Anteo di Biella) si occuperà di avviare percorsi di formazione, integrazione e socializzazione degli ospiti. La spesa, di 1,8 milioni di euro per tre anni più la proroga, sarà sostenuta per il 95 per cento dallo Stato e per il restante 5 per cento dagli stessi Comuni ospitanti. E tutto questo, come accennato, nell’ottica di limitare gli arrivi e di ridimensionare il ruolo dei privati. «L’obiettivo è quello di avviare il tutto gradualmente – sottolinea ancora Passuello -. Non si sa ancora se arriveranno ragazzi, donne o famiglie». Finora gli unici progetti Sprar attivati nel Biellese, con il Comune in prima linea, si trovano a Trivero, Mosso e Valle Mosso.

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