Attualità
Pray un’ora e mezza di attesa per un’operazione di due minuti in Posta
Pray un’ora e mezza di attesa per un’operazione di due minuti in Posta. Dopo l’ordinanza del sindaco che impone di evitare assembramenti fuori dall’ufficio postale di Pray, adesso fioccano anche i reclami sul portale di Poste Italiane.
Pray un’ora e mezza di attesa per un’operazione di due minuti in Posta
La situazione sta diventando incandescente, nonostante il freddo: si tratta infatti dell’unico sportello che sin dall’inizio della pandemia ha continuato a tenere un orario ridotto. Neppure durante il periodo estivo è tornato alla normalità provocando non pochi disagi agli utenti costretti a code sterminate per operazioni che in realtà potrebbero risolversi nell’arco di pochi minuti.
Lettera all’ufficio reclami
La testimonianza arriva da uno dei tanti utenti che utilizzano l’ufficio di Pray: «Un solo operatore allo sportello non è per niente sufficiente in quanto l’ufficio postale aperto tre giorni a settimana, con orari ridotti, provoca un afflusso ingestibile con code di 15-20 persone tra cui signori con 70-80 anni in attesa fuori al gelo e neve», scrive nel reclamo inviato a Poste. E ha voluto riportare anche la sua diretta esperienza: «Questa mattina (nei giorni scorsi, ndr) per un operazione di due minuti, letteralmente 120 secondi di orologio, ho dovuto attendere un’ora e mezza. Questa situazione verrà fatta sicuramente presente anche all’amministrazione comunale di Pray Biellese e ai giornali della provincia. L’operatore ha fatto più volte presente alla sede centrale di Biella ottenendo sempre nulla».
Anche sui social le lamentele proseguono per le lunghe attese dovute all’orario dimezzato rispetto a quanto è sempre stato previsto. Oltre all’attesa quello che non si concepisce è il fatto che inevitabilmente vengano a formarsi code creando di fatto un vero e proprio assembramento, assolutamente vietato come scritto in tutti i Dpcm che sono stati emanati da marzo in avanti. In più ci sono anche molti anziani tra i clienti che sono costretti ad attese al freddo con il rischio maggiore di ammalarsi.
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