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Premio “Locomotiva” per Alfredo Imazio della Pro loco Ghemme

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Premio “Locomotiva” per Alfredo Imazio della Pro loco Ghemme .  Alla cerimonia, che si è svolta nei giorni scorsi è svolta a palazzo Cisterna di Torino, era presente una delegazione della Pro loco ghemmese formata, oltre che dal premiato, dal presidente Filippo Boietti e da Piero Rossi, assessore alla cultura del Comune.

Premio Locomotiva

Il premio “Locomotiva” è stato assegnato a coloro che si sono distinti nel mondo del volontariato delle Pro loco piemontesi. E’ stato intitolato a Nanni Vignolo, vicepresidente nazionale e fondatore dell’Unpli Piemonte, amico tra l’altro di Alfredo Imazio, egli stesso consigliere regionale e nazionale dell’Unpli.

«Non mi sento locomotiva»

«Devo però dire che non mi sento tanto una “locomotiva”, ma piuttosto uno che per ottenere ciò che voleva tentava tutte le strade – spiega il premiato -. Ora mi sono ritirato dall’impegno attivo, anche se collaboro ancora con la Pro loco, ma sono molto contento di ciò che ho fatto e, se tornassi indietro, lo rifarei».

L’impegno sul territorio

L’impegno nella Pro loco, spiega Imazio, è nato dall’esigenza di promuovere il territorio. «Poi nacque l’Unione regionale – racconta – e conobbi Nanni Vignolo, che divenne vicepresidente nazionale. Non so cosa vide in me, ma dopo un paio d’anni mi propose di entrare nella giunta regionale e, l’anno successivo, in quella nazionale, all’interno della quale fui responsabile del servizio civile, che allora era gestito dalle Pro loco, e mi occupai della formazione dei ragazzi di Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta. Dopo 12 anni, lasciai la giunta nazionale, ma rimasi amico di Nanni, finché la malattia non lo portò via. Mancando lui, persi anche la motivazione per proseguire, e preferii lasciare ad altri i miei incarichi. Dopo tanto tempo, è giusto che vadano avanti i più giovani».

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Fatti, non parole

«La cerimonia – racconta Rossi – è stata molto intensa, soprattutto perché erano presenti non solo i vertici dell’Unpli, ma anche molte persone importanti per la loro dedizione verso il proprio territorio. Nel suo breve discorso, il nostro rappresentante ha raccontato che, quando gli proposero di entrare a far parte del consiglio nazionale, lui disse di non essere una persona che sa parlare, ma gli fu risposto che c’era bisogno di gente che sapesse fare, non di parlare. E lui è sempre stato veramente così: una persona che parla coi fatti».
Emanuela Bosisio

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