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Quarona il Sesia si tinge di rosso. Ma non è inquinamento

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Quarona il Sesia

Quarona il Sesia diventa rosso: momenti di preoccupazione a Quarona, ma l’Arpa rassicura.

Quarona il Sesia rosso

Un episodio inquietante, ma che fortunatamente si è rivelato non grave: non è da attribuire a una fonte inquinante, infatti, l’anomala colorazione che si è evidenziata qualche giorno fa nelle acque del fiume Sesia, in territorio di Quarona. La conferma arriva dalle verifiche dei tecnici dell’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale), chiamati a trovare l’origine di una lunga striscia ferrosa comparsa all’altezza del ponte di Doccio. Il colore inconsueto sarebbe dovuto alla presenza di ferrobatteri, un fenomeno naturale dovuto a un incremento della concentrazione di ferro disciolto nell’acqua.
L’intervento dell’Arpa è stato richiesto dal sindaco di Quarona, Francesco Pietrasanta, che aveva a sua volta ricevuto segnalazioni da alcuni cittadini sulla presenza nell’acqua di un’ampia fascia di colorazione rossa accompagnata da un odore pungente.

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L’Arpa

L’anomalia si riscontrava in un’area di un centinaio di metri quadri del Sesia, sotto al ponte di Doccio, adiacente la sponda sinistra, e ancora a valle sulle pietre e sulla sabbia in un rigagnolo che confluisce nel Sesia. «Ci siamo preoccupati che potesse trattarsi di una forma di inquinamento che avrebbe comportato ripercussioni sulle acque e sul patrimonio ittico – commenta il primo cittadino -, così abbiamo subito interpellato l’Arpa per fare chiarezza. Fortunatamente il controllo ha scongiurato si trattasse di qualcosa di pericoloso, e la colorazione è da imputare a una causa naturale».

Batteri

L’esito del sopralluogo ha evidenziato la presenza di mucillaggini di colore rosso intenso, da attribuire a ferrobatteri, con una concentrazione di ferro disciolto di molto superiore a quella solitamente rinvenuta nel monitoraggio sistematico delle acque del Sesia. «Questo sarebbe legato alla presenza di diversi manufatti in ferro, probabilmente trasportati con l’alluvione di inizio ottobre che favoriscono la notevole proliferazione di ferrobatteri – osserva Pietrasanta -. Può darsi che sia elevata la presenza di rottami di elementi in ferro interrati nel letto del fiume, che sono stati riportati più vicino alla superficie. L’ideale sarebbe poterli rimuovere per evitare una ulteriore proliferazione di batteri ferrosi. La nota positiva comunque è che si tratta di un fattore naturale e non si sia verificato un caso di inquinamento».

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