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Riapre il ponte di Crevacuore: superato il collaudo di carico

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Riapre il ponte di Crevacuore: le ultime prove hanno dato esito positivo.

Riapre il ponte

Si avvicina la riapertura del ponte di Crevacuore. Venerdì 29 aprile sono state effettuate le cosiddette “prove di carico” che hanno dato esito positivo. Ora bisognerà aspettare soltanto l’asfaltatura e l’ultima verifica prima di renderlo transitabile. Nei prossimi giorni il Comune comunicherà anche il giorno dell’inaugurazione per dare il via al passaggio delle auto in totale sicurezza.
«Ormai i tempi sono maturi – interviene il sindaco di Crevacuore Ermanno Raffo -. E’ passato un anno e mezzo, ma sono i tempi tecnici che servivano per poter portare a termine una opera pubblica. Le prove di collaudo rappresentano la parte finale e sono state effettuate una volta che è terminata la sistemazione del metanodotto. E’ stata ripristinata infatti la condotta originaria».

Un collegamento importante

La chiusura di questa arteria stradale si è fatta sentire in questi mesi nel traffico della valle concentrato tutto sulla strada tra Azoglio e Bornate.
«Per la Valsessera il ponte dell’ex cartiera di Crevacuore è una opera strategica – interviene il presidente dell’Unione montana del Biellese orientale Gian Matteo Passuello -. Siamo consapevoli che la strada di Azoglio non può rimanere l’unico collegamento tra Valsessera e Valsesia in quanto ha comunque alcuni problemi strutturali da risolvere e tra l’altro sarà oggetto di un prossimo intervento».
Per il ponte di Crevacuore un ruolo importante l’ha ricoperto la Provincia di Biella che è intervenuta anticipando le risorse economiche utili a far partire i lavori. «I tempi per la riapertura sono stati lunghi – ammette Passuello -, ma stiamo parlando di un lavoro davvero imponente. Le risorse sono arrivate anche grazie alla Regione».

Le modifiche

Passuello non nasconde però che in futuro il ponte nei pressi della cartiera dovrà essere rivisto. «La presenza di una parte dello stabilimento industriale dell’ex cartiera in alveo ha ridotto il letto del torrente – spiega -. Prossimo obiettivo è quello di realizzare anche un’altra arcata del manufatto».
I lavori realizzati dall’impresa hanno visto non solo il riempimento del terrapieno che era stato portato via dall’acqua, ma si è dovuto procedere a consolidare i piloni che si erano svuotati. «Il lavoro più imponente – ricordano Raffo e Passuello – è stato quello di sottomurare i piloni. Si è trovata la parte solida sotto qualche decina di metri». E ricordano: «I lavori sono stati avviati in piena emergenza Covid, anche l’impresa ha avuto difficoltà nel reperire l’acciaio. E’ stato raggiunto l’obiettivo dei tempi fisiologici naturali perchè non bastava rifare il terrapieno».

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