Attualità
Roberto Fila abbonato alla vittoria: 39 maglie per il ciclista varallese
Roberto Fila abbonato al successo nel ciclismo. È ormai prossimo al traguardo dei 70 anni (il 27 settembre), ma non ha alcuna intenzione di smettere con la bicicletta.
La carriera di successo di Roberto Fila
È arrivato a 39 maglie vinte, le più prestigiose quella del campionato europeo e le due del campionato italiano di gran fondo. Ma nella sua collezione ci sono anche le sei indossate come vincitore del Giro di Sardegna e quelle di campione provinciale e regionale della montagna.
E anche se il 27 settembre compirà 70 anni, Roberto Fila non ha nessuna intenzione di smettere di vincere. Da quando ha cominciato ad andare in bicicletta, dopo aver giocato a calcio ed essersi dedicato al podismo, ha raccolto 123 vittorie di categoria, 149 secondi posti e 94 terzi a livello amatoriale, per un totale di 366 podi. E se si contano i chilometri percorsi, il “nonno” varallese è arrivato a quota 300mila, tra gare e allenamenti.
Venti anni di carriera
Quest’anno Fila, che corre con il Velo Club Valsesia, festeggia di fatto i 20 anni di carriera, escludendo il terribile 2020 del Covid-19, quando il ciclismo, così come gli altri sport, si è dovuto fermare.
«La mia prima gara di ciclismo l’ho fatta nel 2001 all’età di 49 anni – racconta –. Era la Gran fondo del Mottarone, con partenza da Arona e quasi 1500 ciclisti al via. Allora gareggiavo nella categoria Veterano 2 e indossavo la maglia della Pratese, la mia prima squadra. Poi sono passato al Pedale Cossatese e infine al Velo Valsesia, di cui sono uno dei fondatori e che oggi è diventato Velo Club Valsesia».
Le gare più prestigiose
Presenza fissa sui podi delle gare amatoriali, ma non solo. Fila sulle due ruote ha fatto anche alcune imprese estreme: «Ho partecipato a due Parigi-Brest-Parigi, ad esempio – riprende – 1230 chilometri in tre giorni, pedalando giorno e notte. E poi sono stato a diverse classiche amatoriali, come la Roubaix, la Sanremo e la Maratona delle Dolomiti e ho vinto anche una Carnia Classic, gran fondo in cui bisogna scalare lo Zoncolan, una delle montagne epiche del ciclismo. Col senno di poi, se avessi cominciato da giovane a praticare questo sport, probabilmente sarei potuto arrivare più in alto. Mai avrei pensato di praticare il ciclismo a livello agonistico, ma adesso che lo faccio da anni devo ammettere che è proprio adatto al mio fisico. Quando ero giovane, però, la cosa più importante era il lavoro, mentre per tutto il resto lo spazio era poco». A proposito di bicicletta il suo grande idolo è Marco Pantani.
Fila, però, tra una gara e l’altra ha fatto anche un sacco di altre cose: per anni è stato cuoco e gestore dell’osteria del Belvedere di Varallo, poi ha interpretato la maschera del Marcantonio e ha suonato in un’orchestra: la chitarra, infatti, è un’altra delle sue passioni.
In foto Roberto Fila nella sua stanza dei trofei.
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